23 gen 2013

Livorno: bufera sulla nomina ad assessore di Solimano, ex terrorista di Prima Linea

Contrari molti esponenti del centrosinistra che appoggia in giunta il sindaco Cosimi (Pd)

LIVORNO – Il rimpasto, dopo le ennesime dimissione di un assessore della traballante giunta del sindaco di Livorno Alessandro Cosimi (Pd), sembrava cosa fatta. E anche quella nomina al vacante «dicastero» del Sociale, con tanto di nome e cognome: Marco Solimano, 61 anni, già presidente dell’Arci, consigliere comunale (Ds e poi Pd) e attualmente garante dei detenuti del Comune.

BUFERA POLITICA
Ma è bastato lanciare il nome di Solimano per scatenare una bufera politica e reazioni indignate (ma anche di difesa della scelta della giunta livornese) anche a livello nazionale.
Marco Solimano è stato un terrorista di Prima Linea condannato a 19 anni di carcere. Non ha mai partecipato ad azioni di sangue. «Mai preso in mano una pistola», ha sempre raccontato lui. Un’appartenenza che aveva già provocato molte polemiche quando Solimano era stato nominato garante dei detenuti.
La notizia della possibile nomina ad amministratore ha così innescato un nuovo dibattito molto trasversale con esponenti del centrosinistra contrari e del centrodestra a favore. Critici i parenti delle vittime del terrorismo.
Mariella Magi Dionisi, vedova dell'agente Fausto Dionisi e presidente dell'associazione «Memoria» che riunisce parenti di vittime del terrorismo, ha detto d’essere rimasta senza parole. «Commenterò con le stesse parole usate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – ha detto -, cioè che ci vorrebbe il buongusto, da parte di chi prese le armi, di fare un passo indietro. Visto che, tra l'altro, hanno avuto molto, tutto, e a differenza di altri hanno soprattutto la vita».

PD
Il Pd regionale e nazionale pare si sia immediatamente dissociato dalla decisione del sindaco Cosimi chiedendo un ripensamento. Anche perché, secondo alcuni esponenti democratici, dopo la vicenda di Prospero Gallinari, la sinistra non può rischiare di essere accusata di compiacenze verso gli anni di piombo e la nomina di Solimano rischierebbe di essere strumentalizzata.
Solimano fu tra i primi terroristi a dissociarsi dalla lotta armata. Lo giudicarono responsabile di far parte della struttura toscana di Prima linea, lo stesso gruppo che organizzò l'assalto al carcere fiorentino delle Murate del 20 gennaio 1978 durante il quale venne ucciso l'agente di polizia Fauso Dionisi, commemorato proprio domenica scorsa.
Lamberto Giannini, consigliere comunale di Sel: «Quando una persona ha pagato tutti i conti con la giustizia diventa un cittadino come gli altri. Comprendo la reazione dei parenti della vittime e sono loro vicino. Però credo che la nomina di Solimano, che ha dimostrato di avere qualità da amministratore e si è completamente riscattato, non la giudico uno scandalo».
Anche Marco Taradash, consigliere del Pdl, dà il via libera: «Personalmente nessuna obiezione, Solimano è una persona integrata nella società politica da decenni. Credo che non ci sia problemi perché possa fare l’assessore». Marco Solimano ha detto che parlerà solo quando il sindaco avrà preso una decisione. Sulla sua appartenenza a gruppi armati ha sempre detto di aver pagato il suo debito con la giustizia e di essere sereno. «Oggi mi sento un cittadino come gli altri, con gli stessi doveri e gli stessi diritti», aveva detto anni fa al «Corriere della Sera».

Fonte: corriere.it

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