22 gen 2013

Cosentino: «Io aggredito dai media»

«Resto vincolato al Pdl». Stoccate per Caldoro, Bocchino, Alfano. In altri partiti? «Non vendo la dignità per l'immunità»

«Sono qui per chiarire, spiegare e sottopormi alle domande dei giornalisti». Così Nicola Cosentino ha aperto la conferenza stampa all'hotel Excelsior di Napoli, prevista per mezzogiorno e rinviata (per troppa ressa) di qualche ora. «È stato montato nel corso del tempo un caso Cosentino - ha esordito l'ex coordinatore Pdl -. Tutto ha avuto inizio nel 2008, quando ho preso in mano la Campania, una regione completamente rossa, da coordinatore regionale di Forza Italia prima e Pdl poi». «Con il lavoro di tanta gente comune siamo riusciti a ribaltare una situazione politicamente difficile. Nel 2008 arriviamo a ottenere il 48% di consenso», ha ricostruito. Specificando che tale risultato è stato raggiunto «grazie a Berlusconi, una persona straordinaria e alla quale mi lega un rapporto di amicizia e di stima». «Da allora - ha sostenuto - ha avuto inizio il caso Cosentino». E l'autocritica: «Non mi sarei dovuto impegnare tanto e troppo per ribaltare una regione rossa».

MONTATURA
Cosentino, rinviato a giudizio per la sua presunta vicinanza alla camorra, ha lasciato il compito di chiarire ai giornalisti la vicenda processuale ai suoi avvocati, Stefano Montone e Agostino Di Caro. Ha tenuto però a sottolineare - accompagnato da uno scroscio di applausi - solo di «non aver fatto un passo indietro». «Ho lottato fino alla fine per ottenere una candidatura, avrei potuto candidarmi con uno dei tanti partiti che me l'hanno offerto. Ma non vendo la dignità per l'immunità, perchè penso che valga molto di più». Parla a più riprese di «montatura»: «Una montatura creata su modello di quella che nel 2010 mi ha impedito di correre per la presidenza della Regione Campania». E di una decisione - quella di escluderlo dalle liste - maturata dalla volontà di seguire i sondaggi: «Potevo portare voti a livello locale, ma farne perdere a livello nazionale. Questo focus consegnato al partito ha portato al provvedimento» di esclusione.

CAPO DEGLI IMPRESENTABILI
Perchè Nicola Cosentino è fuori dalle liste del Pdl e altri indagati no? gli chiedono i giornalisti: «Perchè io sono il capo degli impresentabili, perchè su di me c'è stato un accanimento mediatico senza precedenti», risponde lui. E ancora: scappato con le liste? «Non sono mai scappato da niente e da nessuno, le liste sono state regolarmente consegnate nel primo pomeriggio». «Sono stato fino a notte fonda a Palazzo Grazioli a dare il mio contributo a organizzare le liste - ha sottolineato -. Una parte dei documenti li avevo io e li ho consegnati al mio commissario che già dalle cinque era in tribunale». Poi ha negato di essere venuto quasi alle mani con il segretario Angelino Alfano: «Non ho nulla contro i perdenti di successo. Ho profonda stima di Angelino come di tutto il gruppo dirigente».

I CASALESI
«L'unico referente dei Casalesi in Parlamento è l'onorevole Bocchino: è lui che è stato eletto nel 1996 nel collegio di Casal di Principe», ha detto Cosentino. «Mi riferisco ovviamente alla parte buona che c'è nella stragrande maggioranza dei cittadini di Casal di Principe. Le sue fortune sono iniziate da là - ha aggiunto -. Io nel '96 ero candidato a Piedimonte Matese, dove la camorra non è mai esistita, poi sono sempre stato candidato nei listini bloccati. E tra l'altro, l'unica volta che si è votato con le preferenze, ho perso alle provinciali del 2005. Mi chiedo: ma questi Casalesi sono un clan di fessi che si scelgono male il loro referente?», ha detto, suscitando uno degli undici applausi che hanno accompagnato alcuni passaggi della conferenza e respingendo fermamente l'accusa di essere stato il candidato dei clan. E adesso? «Il punto di riferimento ora è Stefano Caldoro (presidente della Regione e suo acerrimo nemico) - dice -, che non può più giocare al buono e al cattivo. Ora a lui la gestione della campagna elettorale».

«ELETTO A GOMORRA»
Il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, ha replicato «Cosentino dice il vero quando ricorda che nel 1996 fui eletto deputato nel territorio da cui provengo e che di quel collegio faceva parte anche Casal di Principe». E ha aggiunto: «Risponde altresì al vero che sono stato il riferimento in parlamento della gente perbene di quella terra martoriata da Gomorra e dalle collusioni tra camorra e politica. Aver fatto il parlamentare di quel territorio senza essere mai sfiorato da nessuna inchiesta sulla camorra, come invece è capitato a Cosentino, è per me motivo d'orgoglio».

«LEGATO AL PDL»
«Accetto l'esclusione dalle liste senza nessuna polemica - ha aggiunto l'ex coordinatore regionale del partito di Berlusconi -. Se può servire a prendere qualche voto in più e battere queste sinistre, va bene. Non potrò partecipare direttamente alla competizione, ma lo farò con il cuore». «C'è questa sete, fame, di sangue che oggi rincorre la piazza. Che certa stampa rincorre, stampa che non ha più rispetto delle persone. Fa tutto brodo per andare alla ricerca dei retroscena», ha sostenuto. Ha poi a più riprese ringraziato il partito e Silvio Berlusconi, una «persona straordinaria a cui mi legano stima e amicizia». E si è detto legato al progetto del Pdl. Niente dimissioni, dunque. Quel gesto ipotizzato da indiscrezioni della vigilia, che volevano l'ex sottosegretario «amareggiato» per essersi sentito tradito. «Continuo a rimanere fortemente vincolato al progetto del Pdl», ha ribadito Cosentino. «Ringrazio Berlusconi per la grande opportunità che mi ha dato di essere un punto di riferimento nel Parlamento», ha aggiunto. «Ora - ha concluso - mi dedicherò a dimostrare la mia assoluta innocenza e quindi mi impegnerò nelle vicende penali che mi coinvolgono». «Non mi considero un fighetto di palazzo, ma un uomo semplice e comune. Continuerò la mia missione verso un impegno diverso, verso la ricerca di un'accelerazione delle mie vicende giudiziarie. Sarò impegnato a dimostrare la mia innocenza».

CARCERE
E poi: «Sono pronto ad affrontare il carcere con la mia dignità». Ma in questo momento «non ho preoccupazioni perchè in un Paese civile in carcere ci va chi è condannato. Io sono sottoposto da due anni a un processo. Dovrei andare in carcere solo per lo sfizio di qualcuno?».

I PROCESSI
Cosentino è già sotto processo a Santa Maria Capua Vetere per concorso esterno in associazione di stampo mafioso e a giudizio anche a Napoli per reimpiego di capitali aggravato dalla finalità mafiosa

LA CONFERENZA
La conferenza stampa all'hotel Excelsior era stata convocata da Cosentino dopo la sua esclusione dalle liste delle candidature del Pdl al prossimo Parlamento. Le difficoltà create da giornalisti e curiosi ammassati nella sala della conferenza, all'hotel partenopeo - hanno spinto gli organizzatori a rinviare l'incontro. Sceso direttamente in campo per spiegare la «sua verità», l’ex sottosegretario all’Economia ha avuto giusto il tempo per una battuta: «ma tutte queste foto per un impresentabile?».

«NESSUNA VENDETTA»
Poco prima Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, aveva azzardato previsioni, intervenendo in mattinata a TgCom24: «Non ci saranno vendette, se conosco bene Cosentino la conferenza stampa non sarà occasione per uno sfogo». E a proposito dell'esclusione aveva aggiunto: «E' stato un vertice che ha dovuto assumere decisioni importanti, necessarie, ma dolorose. Dovevamo dare al Paese un segno profondo di cambiamento della politica e anche i nostri elettori capiranno».

SCELTE DOLOROSE
«Dovevamo farlo ma è stata una molto scelta dolorosa», ha ribadito anche Silvio Berlusconi a Studio Aperto, nel corso di un'intervista-fiume, parlando della chiusura delle liste del Pdl. «Non temo contraccolpi nei vari livelli locali. Abbiamo dovuto chiedere a nostri amici, colleghi, di rinunciare ad essere presenti nelle liste perchè una magistratura politicizzati li aveva attaccati». Senza quelle esclusioni - ha spiegato l'ex premier - «poteva diminuire il nostro consenso». Il Cavaliere ha poi ringraziato le persone «per avere rinunciato sponte propria» ad entrare nelle liste del partito.

Fonte: corriere.it

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