21 lug 2010

L'inchiesta: indagini sui conti di Verdini. Mancino: «P3? Cono d'ombra sul Csm»

Il vicepresidente dell'organo di autogoverno dei giudici: «Votai per Marra in autonomia e indipendenza»

ROMA - L'indagine sulla cosiddetta loggia «P3» si sposta sul fronte bancario. I pm della procura di Roma hanno disposto indagini su tutti i conti correnti aperti dal 2004 ad oggi in istituti del gruppo Unicredit e gestiti dal coordinatore del Pdl Denis Verdini e da Flavio Carboni. L'obiettivo del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli è di accertare se attraverso quei conti correnti siano state effettuate operazioni illecite o siano comunque transitati fondi riconducibili a eventuali tangenti. Nel decreto i pubblici ministeri chiedono alla Guardia di Finanza di acquisire presso il gruppo Unicredit tutta la documentazione per ricostruire «talune operazioni finanziarie» effettuate da Verdini e da Carboni dal gennaio 2004 ad oggi. Un accertamento disposto dagli inquirenti in seguito all'acquisizione degli assegni circolari per 800mila euro - con causali diverse e non tutti Unicredit - negoziati in gran parte da Antonella Pau, moglie di Carboni. L'accertamento non riguarda solo i conti correnti attivi: i militari dovranno infatti acquisire gli estratti conti dei rapporti anche estinti, «la documentazione relativa a cassette di sicurezza, libretti di deposito a risparmio sia nominativi che al portatore, dossier titoli anche per quei rapporti laddove lo stesso abbia agito per delega o mediante qualsiasi altro strumento sostitutivo o di interposizione».

FIDUCIA A CALIENDO
Il governo, intanto, per bocca del Guardasigilli, Angelino Alfano, fa sapere che resterà al fianco di Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia, contro cui l'Italia dei valori ha già annunciato una mozione di sfiducia sul modello di quella che venne presentata contro Nicola Cosentino e che poi non fu discussa per le dimissioni decise dal diretto interessato. L'esecutivo, ha spiegato Alfano durante il question time alla Camera, «intende ribadire la piena correttezza dell'operato di Caliendo in due anni di lavoro».

L'AUTONOMIA DELLE TOGHE
Nella vicenda sono rimasti coinvolti anche alcuni magistrati e per questo il plenum del Consiglio superiore della magistratura, che si è riunito in mattinata, non ha potuto non occuparsene. Aprendo i lavori il vicepresidente Nicola Mancino ha spiegato che il consiglio ha sempre tutelato l'autonomia e l'indipendenza delle toghe: «L'interferenza sulla libera attività del magistrato non è mai stata posta in discussione - ha detto - il lavoro della sezione disciplinare dimostra con quanta attenzione ci siamo posti il problema di garantire l'indipendenza e l'autonomia».

FACCENDIERI E SCHIENE DRITTE
Tornando al plenum del Csm, Mancino aprendo la riunione,ha riferito della lettera inviatagli dal presidente Napolitano nella quale il capo dello Stato sottolineava che sarà la prossima consiliatura ad affrontare il tema della questione morale. Il togato del movimento per la giustizia, Ciro Riviezzo, ha voluto dunque sottolineare che in questi giorni sui giornali «si rappresenta una magistratura fatta di faccendieri», mentre «ci sono tanti magistrati con la schiena dritta che svolgono onestamente il loro lavoro e resistono a qualunque pressione». Questa osservazione è stata condivisa dal vicepresidente Mancino, il quale ha osservato che «sia nelle situazioni di emergenza, sia nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali, il magistrato è parte di un ordine che tocca interessi generali e li risolve nell'interesse dell'ordinamento. L'esperienza di questi 4 anni - ha ricordato Mancino - dimostra la validità di un impianto istituzionale che rende il giudice obbligato ad assumere la legge come guida nell'esercizio della sua attività».

IL «CONO D'OMBRA»
Intervistato da Sky Tg24 Mancino aveva anche parlato espressamente dell'inchiesta sull'associazione segreta ribattezzata «P3»: «Gli ultimi avvenimenti - ha detto - gettano un cono d'ombra, ma non credo che possano incidere sulla sostanza dell'attività che abbiamo svolto al Csm». «Peraltro - ha aggiunto - è in corso un’inchiesta da parte della Prima commissione e lo stesso procuratore generale presso la Cassazione avverte la necessità di avviare un procedimento disciplinare. Vediamo cosa succederà».

«MARRA? VOTAI IN AUTONOMIA»
Mancino, sempre ai microfoni di Sky, è poi tornato a ribadire la propria autonomia nella scelta di votare a favore di Alfonso Marra per la presidenza della Corte d’Appello di Milano e ha sottolineato di «non aver potuto immaginare che esistesse una loggia P3: non ne conosco la consistenza, non so se esista o no e sarà la magistratura a fare chiarezza su questo punto. Non potevo mai immaginare - dice Mancino a Sky Tg24 - che un geometra (Pasquale Lombardi, ndr) potesse convincermi a votare Marra. Io ho esercitato la mia funzione di elettore in autonomia e indipendenza». «Tengo inoltre a ricordare - ha aggiunto - che all’epoca in cui il Parlamento ha trattato le conseguenze dell’appartenenza alla P2 io ho fatto dichiarazioni di voto a favore dell’entrata in vigore di una legge che punisse quelli che ne facevano parte».

IL CSM E LA QUESTIONE MORALE
Mancino ha poi parlato dell'esigenza di affrontare la «questione morale» all'interno del Csm, divenuta impellente dopo la notizia del coinvolgimento di alcuni magistrati nell'inchiesta sulla P3. «Certo va fatta non solo al termine del quadriennio - ha sottolineato - ma anche all'inizio di quello successivo». Mancino ha spiegato che «se per questione morale intendiamo il complesso delle attività che hanno un rilievo di carattere etico e morale allora la questione va affrontata perchè qui è l'organizzazione stessa che viene messa in discussione».

AVVENIRE E LE MELE MARCE
Di «questione morale» parla anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire, che sottolinea come essa, a Milano e in Lombardia, non sia «un piagnisteo» e forse ad averla aperta «non sono solo quattro mele marce» come invece aveva rilevato Berlusconi: c'è «un'economia del disastro consegnata alla generazione futura, il peggio immaginabile della diserzione morale» si legge in un editoriale che prende spunto dal sequestro dell'area di Santa Giulia, dalle inchieste sulla contaminazione mafiosa e dal rapporto sulle ecomafie di Legambiente.

Fonte: corriere.it

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