5 mar 2010

Due ordinanze di custodia cautelare per la scuola dei Marescialli: arresti per Piscicelli e l'avvocato Cerruti, quest'ultimo ai domiciliari

Fusi no, la procura fa ricorso

FIRENZE - La prima svolta dell'inchiesta sui grandi appalti, arriva nella notte. Almeno per quanto riguarda il filone sull'appalto della scuola Marescialli di Castello. Due le nuove ordinanze di custodia cautelare chieste dalla procura di Firenze e disposte dal giudice Rosario Lupo: in manette ieri sono finiti Francesco De Vito Piscicelli, l'imprenditore che secondo gli atti dell'inchiesta, sarebbe l'anello di collegamento tra la Ferratella e la Btp (e quello che rideva insieme al cognato del terremoto all'Aquila) e l’avvocato romano Guido Cerruti, dello studio legale che curava gli affari della scuola dei Marescialli e dei Nuovi Uffizi grazie ai suoi rapporti con il Ministero. Il gip di Firenze ha disposto un'ulteriore misura cautelare, notificata in carcere all’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci e a Fabio De Santis, ex funzionario della Ferratella diventato poi provveditore alle opere pubbliche della Toscana. Per tutti l’accusa è di concorso in corruzione.

IL RUOLO DI FUSI E LA RICHIESTA DELL'ARRESTO
Il gip ha respinto invece, la richiesta di misura cautelare in carcere per l’imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp. In base a quanto si apprende, la richiesta era stata formulata dalla procura fiorentina a dicembre, insieme a quelle eseguite la scorsa notte e parallelamente a quelle eseguite il 10 febbraio, dopo che una fuga di notizie ne aveva accelerato l’esecuzione. Nel frattempo, secondo il giudice, sarebbero venute meno le esigenze cautelari per Fusi, dal momento che l'imprenditore si è dimesso dai suoi incarichi nella Baldassini-Tognozzi-Pontello. Il procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, ha firmato però l’impugnazione del provvedimento con cui il gip, Rosario Lupo, ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere per l’imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp, in relazione alla vicenda della scuola marescialli dei carabinieri. Sull’impugnazione deciderà il tribunale del riesame di Firenze.

LA VICENDA SCUOLA MARESCIALLI
Nel documento di 347 pagine, il giudice Rosario Lupo, lo stesso che ha firmato l’ordinanza di arresto prima di trasferire la competenza a Perugia, racconta i passaggi della complicatissima vicenda partita nel lontano 2001, quando la Baldassini-Tognozzi vinse l’appalto di 456 milioni di vecchie lire. Il colosso delle costruzioni guidato da Riccardo Fusi, ora indagato per corruzione, perde l’appalto nel 2006. Quello che accade da quel momento in poi è il tentativo di riconquistare il cantiere perduto. Fusi comincia a lavorare su più fronti: quello politico, grazie all’amico di sempre Denis Verdini (anche lui indagato per concorso in corruzione) che cerca di metterlo in contatto con il ministro Altero Matteoli (del tutto estraneo alla vicenda), e poi sponsorizzando la nomina di De Santis al Provveditorato alle opere pubbliche della Toscana; ma anche quello imprenditoriale, grazie al rapporto con l’imprenditore De Vito Piscicelli, l’uomo che doveva lanciarlo nel mondo dei grandi appalti.

I NUOVI ARRESTI
L’avvocato romano Guido Cerruti si trova agli arresti domiciliari. Nell’ambito dell’inchiesta, Cerruti compare in più intercettazioni telefoniche con vari indagati. Per quanto riguarda Firenze il suo ruolo emerge, oltre che nell’appalto per la nuova Scuola marescialli dei carabinieri, anche per un interessamento per i lavori per l’ampliamento della Galleria degli Uffizi. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa anche nei confronti dell’imprenditore Francesco Piscicelli, già indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti. Al momento dell’emissione del provvedimento l’imprenditore si trovava all’estero ed è rientrato appositamente a Roma per costituirsi.

LE ACCUSE
Concorso in corruzione continuata e aggravata: è l’accusa che ha portato alle nuove quattro misure cautelari. Nella nuova ordinanza del gip di Firenze si descrivono le attività di Angelo Balducci e Fabio De Santis per pilotare alcuni appalti e le «utilità » - promesse di tangenti e favori - che, in cambio avrebbero ricevuto da alcuni imprenditori. Nell’ordinanza si dice che i «pubblici ufficiali» Angelo Balducci e Fabio De Santis «si impegnavano» ad affidare a «impresa riferibile» a Riccardo Fusi, ex presidente della Btp, al suo vice alla Btp Roberto Bartolomei e all’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli, appalti nell’ambito dei 150 anni dell’Unità d’Italia e del G8 alla Maddalena, e «a far ottenere alla Btp l’appalto» per la scuola Marescialli dei carabinieri (gara vinta dalla Btp poi però estromessa). In cambio, quale «retribuzione» Balducci e De Santis «accettavano, previa intermediazione di De Vito Piscicelli» che li metteva in contatto con Fusi e Bartolomei, «la promessa di quest’ultimi della corresponsione di una somma di denaro (contrattata da De Vito Piscicelli con Fusi)». A De Santis, con riferimento alla scuola Marescialli, si contesta inoltre, «l’utilità» consistita nella sua nomina a provveditore per le opere pubbliche della Toscana, «essendosi Fusi e Balducci adoperati per far conseguire a De Santis» la nomina «a tal fine avvalendosi dell’onorevole Verdini» che, su loro sollecitazione, «agendo nell’ambito del suo ruolo politico-istituzionale, si attivava presso gli organi competenti per la nomina».

L'ORDINANZA
Balducci e De Santis, sempre per la loro attività in merito al cantiere-scuola - è scritto nell’ordinanza - «ricevevano l’utilità economica costituita dal conferimento, da parte della Btp, di un incarico di consulenza legale» all’avvocato romano Guido Cerruti, «che concordava con Fusi la corresponsione di una somma di denaro pari al 2% sull’importo incassato qualora fosse stato riconosciuto un risarcimento economico in favore della Btp ovvero di una somma di denaro pari all’0,8% dell’importo dell’appalto (valore circa 250 milioni di euro)» se i lavori «fossero stati riaffidati» all’impresa. Cerruti accettava l’incarico «conferitogli da Fusi su indicazione di Balducci e De Santis »i quali, anzichè tutelare gli interessi« della pubblica amministrazione nella controversia» tra Btp e ministero delle Infrastrutture per la scuola «concordavano con Fusi e lo stesso Cerruti, le strategie da adottare con la controparte, a tal fine adoperandosi per assumere ruoli di pubblica amministrazione attiva, che consentivano a Balducci e De Santis, con l’aiuto di Cerruti, di assumere iniziative volte a far ottenere alla Btp l’affidamento dell’appalto». Ancora per De Santis si parla di un orologio di marca, valore alcune migliaia di euro, ricevuto da Fusi e Piscicelli.

IL PRETE, CUSTODE DEI FONDI
Secondo quanto riportato da Repubblica, dalla carte perugine emergerebbe meglio il ruolo avuto da don Evaldo Biasini, economo della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue di Gesù, come custode dei fondi neri dell'imprenditore Diego Anemone. Quei soldi sono stati trovati nella cassaforte del prete. Dietro a un quadro che rappresenta scene religiose, i carabinieri del Ros hanno trovato la cassaforte con un milione di euro circa, tra contanti e assegni. Denaro che il sacerdote, economo della Congregazione custodiva e prelevava ogni volta che Anemone ne aveva bisogno.

Fonte: corrierefiorentino.corriere.it

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