3 mar 2010

Balducci, festini e prostituzione maschile. Il Vaticano caccia il corista nigeriano

Chinedu Thiomas Ehiem era indicato nell'indagine quale procacciatore di incontri omosessuali per Angelo Balducci

MILANO - Il corista nigeriano della Cappella Giulia, Chinedu Thiomas Ehiem, indicato nell'indagine quale procacciatore di incontri omosessuali per Angelo Balducci, l'ex numero uno del Consiglio superiore dei lavori pubblici arrestato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta G8, «non è un religioso, nè un seminarista» e, comunque, è stato allontanato dal coro. Lo hanno precisato fonti della Santa Sede.

L'INTERCETTAZIONE - Il Corriere della Sera in edicola pubblicava un passo delle intercettazioni dell'inchiesta relativa ai rapporti tra Ehiem e Balducci: «In un capitolo dell’informativa i carabinieri evidenziano come "l’ingegner Balducci, per organizzare incontri occasionali di tipo sessuale, si avvale dell’intermediazioni di due soggetti che si ritiene possano far parte di una rete organizzata, operante soprattutto nella capitale, di sfruttatori o comunque favoreggiatori della prostituzione maschile". Su questo è stata avviata un’indagine parallela che si concentra sull’attività di Thomas Ehiem, un giovane nigeriano che nelle telefonate afferma di far parte del coro di San Pietro «e all’anagrafe di Roma è indicato come "religioso"». È lui ad offrire le prestazioni dei ragazzi, soprattutto stranieri, in cambio di soldi e piccoli favori. L’altro intermediario indicato nella relazione investigativa è invece Lorenzo Renzi, anche lui residente nella capitale».

L'AVVOCATO DIFENSORE - Sulla vicenda è intervenuto anche Franco Coppi, l'avvocato difensore di Balducci: «Nel corso dell'interrogatorio non abbiamo parlato di vicende private ma è una vergogna che vengano pubblicate sui giornali cose che non c'entrano nulla con l'inchiesta. Quando abbiamo visto insieme a Balducci gli articoli c'era quasi da ridere: siamo pronti ad azioni legali». Coppi ha parlato al termine dell'interrogatorio di garanzia durato oltre due ore nel carcere di Regina Coeli a Roma. In merito ad alcuni articoli apparsi sui giornali Coppi ha poi aggiunto che «non si può dire qualsiasi cosa a ruota libera solo perchè una persona si trova in carcere».

DE SANTIS: GLI ORDINI - «Seguivo le direttive del mio capo Angelo Balducci e facevo costante riferimento a lui». Questo uno dei passaggi affontati nelle oltre tre ore di interrogatorio davanti al gup di Milano che lo ha sentito per rogatoria dell'ufficio gip di Perugia, Fabio De Santis. Si trattava dell'interrogatorio di garanzia per l'ex funzionario della Protezione civile nell'ambito dei nuovi atti istruttori eseguiti anche per l'imprenditore Diego Anemone e dei funzionari pubblici Angelo Balducci e Mauro Della Giovampaola raggiunti sabato scorso da una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Perugia Paolo Micheli nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi. I quattro vennero arrestati, con l'accusa di concorso in corruzione, nell'ambito dell'indagine avviata dai pm di Firenze e dopo il coinvolgimento dell'ex magistrato romano Achille Toro e la trasmissione degli atti a Perugia, i pm Federico Centrone, Sergio Sottani e Alessia Tavernesi hanno chiesto e ottenuto dal giudice Micheli una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha sostituito quella precedente. In particolare De Santis ha risposto alle domande sugli appalti per la cosiddetta «caserma dei marescialli» di Firenze spiegando che il suo operato era quello di far risparmiare soldi alla pubblica amministrazione.

Fonte: corriere.it

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