15 feb 2010

Milko Pennisi resta in carcere, convalidato l'arresto. E in Comune parte l'ispezione interna. Il consigliere nascose una mazzetta nella libreria Hoepli.

Il giudice: pericolo di inquinamento delle prove. Saranno controllate tutte le pratiche dello sportello edilizia

MILANO - Il gip di Milano, Simone Luerti, ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per Milko Pennisi, il consigliere comunale milanese del Pdl arrestato giovedì scorso mentre intascava una mazzetta da 5mila euro. Il giudice ha confermato anche l'ipotesi accusatoria di concussione ravvisando l'esistenza in particolare del pericolo di inquinamento delle prove.

LA TANGENTE IN LIBRERIA - Nel frattempo è emerso che Pennisi aveva nascosto giovedì scorso dietro il calorifero del bagno seminterrato della libreria Hoepli un fascio di banconote. La scoperta è avvenuta venerdì a opera di un dipendente: dopo avere recuperato il denaro ed avere informato il titolare della libreria, ha consegnato la somma alla guardia di finanza. Ma su dove avesse nascosto i soldi, Pennisi, interrogato in carcere, ha cercato di confondere le acque. Anche per questo il gip di Milano, Simone Luerti, annota nella sua ordinanza di convalida del fermo che «l'indagato ha fornito progressivamente diverse versioni adottandole via via alle contestazioni obiettive che gli venivano sollevate, dimostrando fino all'ultimo, con la vicenda del denaro, di volere nascondere almeno parte dei fatti».

CONTROLLI - E dopo l'episodio di corruzione la Giunta Moratti ha deciso di avviare un audit interno su tutte le procedure dell'edilizia privata in capo ai propri uffici. Ad annunciarlo è stato l'assessore all'Urbanistica Carlo Masseroli che ha già concordato le modalità di questa ispezione interna con il city manager Giuseppe Sala. «Sono certo - ha affermato Masseroli - che l'audit interno su tutte le procedure dell'edilizia privata darà conferma a quella trasparenza che io mi aspetto».

L'ISPEZIONE - Nelle prossime ore passeranno sotto la lente di ingrandimento degli ispettori comunali le pratiche e i permessi per costruire dello sportello edilizia e di tutti gli uffici competenti. Masseroli ha assicurato che l'avvio dell'audit non dovrà in alcun modo interferire con i tempi di approvazione del piano di governo del territorio, il nuovo piano regolatore da alcune settimane all'esame del consiglio comunale per l'adozione. «Credo fortemente nella riforma urbanistica che stiamo portando avanti - ha affermato Masseroli - e che tra gli altri obiettivi ha quello di rendere più snelli i processi amministrativi e di eliminare passaggi burocratici che, se arrivano nelle mani sbagliate, possono diventare strumenti di anomalie. Questa riforma deve fondarsi su radici salde: per questo è necessario avere certezza su tutte le procedure e tutti i comportamenti all'interno delle strutture comunali».

«NON AFFIDABILE» - Domenica Pennisi, durante l'interrogatorio di convalida davanti al giudice Simone Luerti, ha ammesso di aver incassato la tangente (è stato arrestato in flagranza di reato), ma ha cercato di sostenere di non aver concusso l'imprenditore Mario Basso, l'immobiliarista che l'ha denunciato. In sostanza ha cercato di avvalorare la sua versione, e cioè di non aver minacciato nessuno per ottenere denaro per sbloccare la pratica ferma in Comune da tempo e che riguardava la ristrutturazione di un immobile alla Bovisa. Il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, scrive di «iniziativa illecita intrapresa e coltivata per alcuni mesi non senza una certa furbesca programmazione che unitamente alla posizione strategica in seno al consiglio comunale costituisce il terreno fertile di una possibile concreta reiterazione del reato». E aggiunge che Pennisi «non appare completamente affidabile quando afferma di essere stato colto nella flagranza dell'unico delitto commesso».

ABUSO DI POTERE - Nei confronti di Milko Pennisi, per il giudice, «sussistono inoltre i requisiti dell'abuso di potere integrati dalla ventilata rappresentazione di possibili «ostacoli» che fantomatiche terze persone potrebbero frapporre ad una pratica già pendente da molti anni, prospettata ad un imprenditore (Mario Basso, ndr) che ha già subito evidenti danni economici da una pratica avviata cinque anni prima e che, al momento in cui sembrava vedere la fine, si incaglia ancora una volta». In uno dei passaggi del provvedimento il giudice ha scritto: «La pressione esercitata dall'indagato sull'imprenditore è direttamente e casualmente correlata alla iniziale promessa di pagamento ed alle successive prestazioni in denaro, a nulla rilevando l'intenzione maturata successivamente di ribellarsi, documentare e denunciare l'accaduto». «Grazie a questa provvidenziale intenzione - ha proseguito il gip Luerti - si è spezzato il laccio che stringeva Pennisi tra la debolezza umana e la fascinazione del potere: certamente un bene per la collettività e, forse, una fortuna per il diretto interessato».

I CONSIGLIERI «AMICI» - A quanto riferito da Mauro Basso, Pennisi disse che avrebbe potuto contare su due o tre consiglieri della commissione urbanistica per «accelerare» la sua pratica. «Il dottor Pennisi - ha spiegato Basso ai pm - era totalmente disinteressato al mio racconto ed alla documentazione che portavo alla sua attenzione e (...) mi disse che a suo parere era strano che una pratica richiedesse più di cinque anni per essere portata termine, ventilando la possibilità che qualcuno volesse osteggiare» la pratica stessa. Basso ha raccontato ai pm che secondo Pennisi «era indispensabile che ci fosse la certezza del buon esito del parere, che lui avrebbe potuto contare su 2/3 consiglieri (...) e che però bisognava essere "riconoscenti"». Pennisi, sempre secondo il racconto di Basso, gli disse «che lui doveva soddisfare anche le richieste degli altri due o tre componenti e (...) tutto si sarebbe risolto con un versamento di una somma in contanti di 10 mila euro».

Fonte: milano.corriere.it

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