3 nov 2009

«I soldi servivano anche per la droga», le prime ammissioni di Piero Marrazzo

Marrazzo sentito per oltre due ore dai pm: «Mai stato ricattato, quella in via Gradoli fu una rapina»

MILANO - «Qualche volta poteva capitare che quei soldi servissero anche per la droga». Lo ha detto Piero Marrazzo ai magistrati romani che lunedì pomeriggio lo hanno sentito, come testimone, nel quadro degli accertamenti sul presunto ricatto ordito ai suoi danni da quattro carabinieri. l'ex governatore del Lazio è stato circa due ore a colloquio con i magistrati. Ad accompagnarlo la moglie Roberta Serdoz e l'avvocato Luca Petrucci. Davanti ai pm, Marrazzo, secondo quanto si è appreso, è entrato nel merito dei cinquemila euro che aveva pattuito con il trans Natalie in occasione dell'incontro sfociato nell'irruzione dei carabinieri nell'appartamento di via Gradoli.

«MAI STATO RICATTATO»
Nel corso del colloquio con gli inquirenti, l'ex presidente del Lazio ha ribadito di «non essere mai stato ricattato». Inoltre Marrazzo ha sottolineato di considerare l'episodio di inizio luglio una rapina di ciò che c'era nel suo portafogli, precisando che il giorno dell'irruzione dei carabinieri nell'appartamento di via Gradoli non si sarebbe accorto che qualcuno stava girando un video e aggiungendo inoltre di non avere visto in quell'occasione Gianguarino Cafasso, il pusher morto nel settembre scorso. Cafasso tentò di piazzare il video anche contattando Max Scarfone il fotografo del caso Sircana. Secondo quanto si è appreso la posizione di Marrazzo non è cambiata e nel procedimento appare sempre come parte lesa. «Non sono stato vittima di nessun ricatto e ho sempre svolto il mio ruolo di Presidente della Regione Lazio nell'interesse esclusivo dei cittadini». Questo uno dei passaggi chiave del colloquio tra Marrazzo e i magistrati romani, durante il quale non si è parlato, sembra, della telefonata di Silvio Berlusconi del 19 ottobre scorso nella quale il premier avvertiva il governatore della Regione che ad alcuni giornali del suo gruppo era stato proposto l'acquisto del video, girato abusivamente nell'appartamento di via Gradoli.

Dall'audizione di Marrazzo trapela poi che il compenso per Natalie, il trans con il quale l'ex governatore del Lazio fu sorpreso dai due carabinieri nell'appartamento di via Gradoli a Roma, fu di mille euro. Marrazzo ha spiegato ai magistrati che la sera del 3 luglio aveva con se una disponibilità di cinquemila euro, ma che soltanto mille sarebbero stati pattuiti con Natalie.

«VENGA RISPETTATO IL DOLORE DELLA FAMIGLIA»
«Il mio assistito chiede di rispettare il dolore della famiglia, di sua moglie e delle sue tre figlie di cui due minorenni. Non è più un uomo pubblico e da oggi solo il silenzio può proteggere i suoi cari»: questo l'appello del legale di Marrazzo, Petrucci.

SENTITO IL TRANS BRENDA
In procura anche Brenda, il transessuale che avrebbe avuto rapporti sessuali con Piero Marrazzo: è stato sentito come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex presidente del Lazio. L'audizione del trans è ritenuta fondamentale dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli per chiarire tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali. Ai pm Brenda ha spiegato di non essere più sicura di aver riconosciuto Marrazzo come la persona che avrebbe incontrato nei primi mesi del 2009 così come dichiarato in un primo momento al Ros.

GLI INTERROGATORI DEI CARABINIERI
Martedì saranno sentiti quattro dei cinque carabinieri coinvolti nell'indagine sul presunto ricatto del quale sarebbe stato vittima Marrazzo. Si tratta di Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Nicola Testini, tuttora detenuti in quanto ritenuti artefici del ricatto, e Donato D'Autilia, indagato per ricettazione. I primi tre, ha fatto sapere il loro difensore Marina Lo Faro, si avvarranno della facoltà di non rispondere. Non sarà invece sentito Antonio Tamburrino, altro militare dell'Arma in carcere.

Fonte: corriere.it

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