7 ott 2009

Bari-Napoli, ecco la "rete" per conquistare gli appalti. La traccia che da Tarantini porta ad alti funzionari dello stato.

Indagato nel capoluogo campano un imprenditore che avrebbe pilotato le gare pubbliche

NAPOLI — Esiste una rete che si muove tra Napoli e Bari e coinvolge uomini delle istituzioni, faccendieri e titolari di aziende. Un intreccio di personaggi che avrebbero come obiettivo comune quello di pilotare illecitamente le gare di appalto in modo che siano le aziende «amiche» ad aggiudicarsi i lavori pubblici. E si sarebbero concentrati in particolare su Finmeccanica e sul ministero dell'Interno, interessati soprattutto a quelle commesse per la costruzione di edifici destinati agli apparati statali e dunque coperte da segreto. Tra loro si sarebbe mosso abilmente anche Gianpaolo Tarantini, accusato di sfruttamento della prostituzione per aver reclutato donne da portare alle feste del presidente Silvio Berlusconi, corruzione e cessione di cocaina. Non era l'unico: su Napoli il ruolo di collettore lo avrebbe giocato Lucio Gentile, imprenditore indagato nell'inchiesta sulla Global Service di Alfredo Romeo per i suoi rapporti con Mario Mautone, all'epoca potente provveditore alle opere pubbliche.

Su questo stanno lavorando i magistrati delle due città — la scorsa settimana si sono incontrati i procuratori Antonio Laudati e Rosario Cantelmo — esplorando pure l'ipotesi che alcune indagini possano essere state ritardate o addirittura inquinate da fughe di notizie in favore di chi era finito sotto inchiesta. A far scattare gli accertamenti congiunti sono state alcune intercettazioni che coinvolgevano Enrico Intini, titolare di un gruppo imprenditoriale che dalla Puglia fa affari in tutta Italia. Per incontrare il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e alcuni dirigenti di Finmeccanica, l'imprenditore pugliese si sarebbe affidato a Tarantini, che ha poi ha raccontato di aver ottenuto l'appuntamento attraverso il premier. Grazie alla sua frequentazione con il presidente del Consiglio riuscì a farlo incontrare per ben due volte anche con Paolo Berlusconi. A Napoli il «mediatore» di Intini sarebbe stato proprio Lucio Gentile.
La scorsa settimana è stato arrestato Giuseppe Savarese, un funzionario della Dia, la direzione investigativa antimafia, accusato di aver copiato e passato all'esterno alcuni «file» riservati che riguardavano proprio le indagini su Gentile. Il sospetto è che il destinatario dei documenti fosse un ufficiale dei servizi segreti, ma su questo sono ancora in corso verifiche. Nel provvedimento di cattura si specifica comunque che esiste «una più ampia rete di soggetti coinvolti nella vicenda», lasciando intendere che nuovi provvedimenti potrebbero essere firmati. In una prima informativa, trasmessa lo scorso anno, Gentile veniva definito «amico del questore di Napoli Oscar Fioriolli» e si elencavano le sue frequentazioni con numerosi funzionari di vertice delle forze dell'ordine e di altri enti di Stato specificando come uno dei suoi obiettivi fosse l'aggiudicazione di lavori che riguardavano la costruzione della «cittadella della polizia» che doveva essere realizzata nel capoluogo campano. Le intercettazioni hanno poi consentito di scoprire l'organizzazione di cene, feste e viaggi per coloro che potevano aiutarlo ad aggiudicarsi gli appalti.

Un metodo che gli inquirenti definiscono «sovrapponibile» a quello di Tarantini, dopo che lo stesso «Gianpi» ha ammesso davanti ai magistrati come «il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica amministrazione perché ho pensato in questi anni che le ragazze e la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella società». Ora gli accertamenti hanno fatto un ulteriore passo in avanti facendo emergere l'interesse di entrambi per Finmeccanica. E rivelando come tutti e due si siano mossi nel corso degli anni seguendo uno schema di frequentazioni che coinvolge uomini delle istituzioni — funzionari e politici — disposti anche a rivelare il loro coinvolgimento nelle indagini in corso. Non a caso in entrambe le città si sta valutando la possibilità di delegare ai nuclei specializzati di polizia e carabinieri alcune verifiche che si ritiene di dover mettere a riparo da nuove fughe di notizie.

Fonte: corriere.it

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