17 gen 2009

Montespertoli: storia di consulenze, concessioni edilizie facili e case di lusso

Il paese è piccolo e la gente mormora. Ma Montespertoli non è più tanto piccolo (in 20 anni abitanti raddoppiati) e non si mormora più. È come se i pm avessero sollevato il coperchio di un vaso di cui tutti sospettavano il contenuto limitandosi però a sussurri in piazza.

Alla casa del popolo: «Ci mandano tutti a casa e farebbero bene. In paese è da anni che si sa tutto di questa vicenda»

LE REAZIONI DELLA GENTE - Oggi, dopo il blitz dei carabinieri e le accuse della procura — associazione a delinquere, concussione, corruzione, falso materiale e ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici — nei confronti di 6 persone coinvolte a vario titolo nella inchiesta, la gente comincia a parlare, qualcuno pure ad urlare. «Il paese è diventato un dormitorio — dice Carlo Pucci, della lista civica "Progetto per Montespertoli" — sono cresciuti gli abitanti, non i servizi. Mancano strade, le scuole andrebbero ristrutturate, non ci sono mense, punti di ritrovo. Montespertoli oggi è un dormitorio. Qui si è solo costruito male. Noi ci siamo insospettiti quando abbiamo visto che i permessi, specie tra il 2006 e il 2007, venivano rilasciati dagli uffici senza più passare dal consiglio comunale». Secondo gli inquirenti, nel Comune guidato dal sindaco del Pd Antonella Chiavacci (che ha la delega all'urbanistica, ma non è iscritta sul registro degli indagati) 3 dipendenti pubblici e 3 liberi professionisti avrebbero concesso permessi per costruire, condoni, aumenti di volumetrie in cambio di favori o peggio bustarelle.

SEI INDAGATI - Le 6 persone indagate sono: il responsabile e un funzionario dell'assetto territorio del Comune Marco Calonaci e Marco Simoncini; un dipendente del catasto di Firenze Luciano Bogani; l'architetto Marco Bellucci di Montespertoli; il geometra Massimo Maccari di Certaldo e l'ingegner Giuliano Giubbolini, dirigente a contratto dell'assetto territorio del Comune di Castelfiorentino, libero professionista ed ex responsabile dell'ufficio guidato oggi da Calonaci (che ai tempi era il suo vice) Una brutta storia se verrà provata. Anche se in paese in molti dicono di aver trovato una risposta al tenore di vita troppo elevato di qualcuno tra i funzionari ora indagati. Lo stesso sospetto degli inquirenti. Si dice infatti che anche i carabinieri della compagnia di Scandicci durante le perquisizioni siano rimasti a bocca aperta quando hanno visto aprirsi i cancelli di qualche villa a Poggibonsi o a Vicchio, quando hanno visto addirittura dei cavalli. Un esponente di Rifondazione a bordo di un Bmw rosso fiammante rievoca con un largo sorriso «il tintinnio di manette». Nel centro di piazza del Popolo un attivista uscito dalla Casa del Popolo dove il simbolo dell'Arci si mischia al tricolore del Pd è accalorato: «Ci mandano tutti a casa, e farebbero bene perché le responsabilità sono politiche. In paese è da anni che si conosce questa storia ».

IL SINDACO NON AVEVA SOSPETTI - Ma il sindaco Chiavacci non aveva mai sospettato di nulla. O quasi: «Non ho idea di dove vivano queste persone (mercoledì ha sospeso dall'incarico Calonaci e Simoncini, ndr), se una casa l'abbiano ereditata o se da un giorno all'altro si siano messi a pasteggiare a caviale e champagne. Credo che questa sia la parte più tranquilla da dimostrare. Qualcuno anche in consiglio comunale mi aveva fatto intuire qualche cosa, ma io ho sempre risposto che dovevano portarmi le prove, volevo essere certa che dietro non ci fosse una rivalsa. In questo senso ci sono stati interventi pubblici e privati, ma un'amministrazione di campagna non ha privato». Ora il sindaco ha paura. Ha paura di entrare a pieno titolo nell'inchiesta: «Ho questo timore e considero che potrebbe essere possibile. Incrocio le dita, ma se fossi indagata, che non vuol dire essere condannata, sarebbe giusto farsi da parte». Questa però è politica. Un altro capitolo intricato del caso Montespertoli che è bene affrontare più avanti.

IL CUORE DELL'INCHIESTA - Piuttosto c'è da capire quale sia il cuore di questa inchiesta. I titolari dell'indagine, i pm Giuseppina Mione e Leopoldo De Gregorio sembra che abbiamo puntato la loro attenzione su una variante.Quella definita «ricognitiva» e approvata dal consiglio comunale nel febbraio del 2007. Un atto di non poco conto che ha fatto la sua entrata in scena in questa complicata vicenda nel bel mezzo della sospensione del vecchio piano regolatore (adottato nel '95, ma approvato definitivamente nel 2002) imposta dalla Regione con il Pit (piano di indirizzo territoriale) che costringeva i comuni che non avevano ancora adottato un piano strutturale a sospendere qualunque attività edilizia senza un permesso alle spalle. E prima che iniziasse la discussione del piano strutturale. Prima ancora che nella sua elaborazione fossero coinvolti i cittadini in quello che è stato il tormento di Montespertoli: il processo di partecipazione di cui è coordinatore il professor Massimo Morisi, garante della comunicazione (incarico costato più di 36 mila euro). E a cui oltre a riunioni, sondaggi telefonici tra gli abitanti del paese, hanno collaborato per la «redazione delle Mappe di comunità» una sfilza di tecnici e studi di professionisti (la società di ingegneria Interstudio di Firenze pagata 159 mila euro, lo studio Geo Eco di Firenze 78 mila euro, l'ingegner Ilaria D'Urso 6.120 euro, gli architetti Tamara Migliorini e Laura Nanni 92 mila euro, l'architetto Silvia Viviani 36.720 euro, la società Sociolab che ha affiancato Morisi per sondaggi e forum, 36 mila euro e altre società varie per 20 mila euro, più un contributo della Regione di 60 mila euro).

PERCHÉ LA VARIANTE - Ma perché si è fatta quella variante poco prima del piano strutturale? Risponde il sindaco: «Abbiamo ridotto le volumetrie per circa 90 mila metri cubi, 300 unità abitative». Pucci, quello della lista civica dà un'altra versione: «Quei metri cubi poi sono stati ridistribuiti in altre zone. Non capisco perché non si sia aspettato il piano strutturale avviato a dicembre». Pucci e altri paesani indicano un lotto in particolare che sarebbe partito dopo quella variante. «Un intervento sbagliato in via Montelupo su un terreno agricolo dove ci sono vigne e olivi che poi è diventato di "completamento urbano". Anche lì verranno fatte delle altre case. Vede, quello che ci ha sorpreso è l'accusa di bustarelle, noi al massimo si poteva sospettare di un favore ad un amico. Sia chiaro però, è tutto da dimostrare».

LA VERSIONE OPPOSTA - Nel centro della piazza del Popolo ci avvicina un geometra e racconta una storia opposta: «Avrei potuto denunciarli, ad un mio cliente rifiutarono il permesso di costruire un servizio igienico. Poi andai all'Asl e lì mi dissero che potevo. Così l'abbiamo fatto». Le storie sono tante e incontrollate. La voce del popolo si trascina e sembra più che credibile. Nessuno però ha mai formalizzato le accuse in una denuncia. E questo fa pensare. Anche a Montespertoli intanto sono state sospese le primarie. Il sindaco è candidato «ma se perdo torno al mio lavoro al centro per l'impiego di Castelfiorentino. Anche se vengo buttata fuori per altri motivi, nonostante mi abbiano già offerto altri posti, in Provincia...», il vicesindaco Alessandro Nencioni pure, come il capogruppo del Pd Giulio Mangani e l'assessore alla scuola del Prc Matteo Fiorentini. Sembra che la sospensione sia capitata a puntino. In paese dicono che già nella conferenza stampa di presentazione, i quattro abbiano cominciato a graffiarsi. La replica di un film ancora in onda. A Firenze.

Fonte: corrierefiorentino.it

Nessun commento:

Posta un commento

Etichette

Post in evidenza

Regioni: molte spese, pochi valori

Non si può definire semplicemente corruzione, sprechi, malgoverno quanto sta emergendo a proposito delle Regioni Quando la quantità di un ...