26 mar 2008

Il figlio del boss veste i panni del picciotto, nella fiction antiracket su Silvana Fucito

Vincenzo Pirozzi, figlio di Giulio, braccio destro di Misso ha recitato nella serie «Il coraggio di Angela». Da anni è attore e videomaker

NAPOLI - Il figlio di un boss del quartiere Sanità interpreta la parte del guardaspalle di un camorrista nella fiction antiracket. È quanto segnala il blog «L'arca del minollo» che spulciando tra i credits della serie «Il coraggio di Angela» andata in onda su Raiuno e ispirata alla vicenda di Silvana Fucito. Sul blog si mette in evidenza che l'attore - che nel film veste i panni di Antonio, uno dei due «picciotti» del boss Ciro Marra (Gaetano Amato) - è Vincenzo Pirozzi. Il giovane, trentenne, è nato e vive nel quartiere Sanità di Napoli. Nessun problema, se non fosse che Vincenzo «è figlio di Giulio Pirozzi, braccio destro di Giuseppe Misso e reggente del clan durante la sua detenzione».

SDOGANATO
In verità, Vincenzo Pirozzi, videomaker, attivo da anni nel campo dello spettacolo è stato «sdoganato» da molto tempo. Lo stesso «minollo» ci tiene a precisare che l'attore 30enne «ha scelto dai tempi del diploma la recitazione e anche la regia, visto che ha curato due cortometraggi». Il primo intitolato «Spara»; un altro lavoro è «Anna '82» (guarda). È dal '95, inoltre, che partecipa a spettacoli in teatri minori e qualche apparizione a "Un posto al sole". «Non si discutono le doti artistiche di Vincenzo Pirozzi, non è quello che ci interessa. Ma - si chiede l'autore del blog - quanto è opportuno, in una fiction dedicata a un’eroina dell’anticamorra, peraltro finanziata dalla Regione Campania, far interpretare quel ruolo al figlio di un noto capoclan? Quale messaggio avrà trasmesso lo sceneggiato tv

L'ATTORE: «STUFO DI POLEMICHE»
Vincenzo, contattato da Corrieredelmezzogiorno.it, risponde per le rime: «Sono stufo di queste polemiche. Pura astrazione. È da quando avevo 12 anni, ora ne ho trenta, che ho fatto una scelta precisa: il teatro, il cinema, la recitazione. Tra le prime esperienze anche il film di Capuano "Pianese Nunzio". Il regista - ricorda - non conosceva affatto la mia storia. Mi ha scelto per le capacità attoriali. Punto. Ho vinto un premio a Saint Vincent con il cortometraggio "Spara" ma ho preferito non farne pubblicità per evitare polemiche, pensa un po'».

FUCITO: SE IN BUONA FEDE CHE MALE C'È?
«Mi spiace, non conosco questa vicenda - dice Silvana Fucito, l'imprenditrice antiracket alla cui storia è ispirata la fiction Rai -. Posso però affermare in linea di massima che se c'è buona fede nel ragazzo scelto per la fiction e nel regista che l'ha voluto sul set non vedo dove possa sorgere il problema. Del resto, sarebbe ingiusto - continua - emarginare i figli per le colpe dei padri, fermo restando che l'allontanamento dal mondo dei boss e della malavita dev'essere palese e acclarato, testimoniato da un nuovo stile di vita».

IL PRODUTTORE RINALDO
Interviene direttamente sul blog del minollo anche il produttore Rosario Rinaldo: «Vincenzo - dice - da anni svolge attività di attore e filmaker con intelligenza e sensibilità. Non vedo cosa possa esserci di male nell'incentivarlo a proseguire su questa strada»

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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