29 gen 2008

Le mani della 'ndrangheta sulla Sanità; arrestato anche consigliere regionale Domenico Crea

REGGIO CALABRIA - Un patto tra 'ndrangheta e politica, per il controllo del settore della sanità in Calabria. E' quel che si delinea nelle oltre mille pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda nei confronti di 18 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, truffa, omissione di soccorso, soppressione e distruzione di atti veri.

Gli elementi raccolti, scrive il gip, "rendono palese la circostanza che una serie di organizzazioni criminali radicate sulla fascia ionica reggina (...) abbiano coalizzato le loro forze dando luogo, attraverso soggetti a essi legati da stretto rapporto fiduciario, a un'unitaria struttura di sostegno alla candidatura di Domenico Crea", considerato il più adatto "a garantire al meglio gli interessi delle cosche e assicurare loro i vantaggi disparati conseguenti all'uso distorto di un'importante funzione pubblica ai diversi livelli in cui ciò può verificarsi".

Per questo 18 persone, fra le quali il consigliere regionale Domenico Crea, sono state raggiunte dal provvedimento di custodia cautelare, nell'ambito di un'operazione denominata "Onorata Sanità", che rientra in un filone d'inchiesta sull'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri nell'ottobre del 2005. I provvedimenti sono stati eseguiti all'alba di oggi dai carabinieri del comando provinciale reggino. Le persone indagate sono complessivamente quarantaquattro.

Fra gli arrestati figurano elementi organici alla cosca del boss Giuseppe "Tiradritto" Morabito. Il provvedimento ha colpito anche Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, due degli imputati - come mandanti - per l'uccisione di Fortugno. Tra le persone colpite dalle ordinanze di custodia cautelare in carcere, anche Antonio Crea, 29 anni, medico, figlio di Domenico. Il giovane professionista è direttore sanitario della clinica privata "Anya" di Melito Porto Salvo, che è stata posta sotto sequestro.

Tra i destinatari dei diciotto provvedimenti di custodia cautelare in carcere, c'è anche Giuseppe Pansera, medico, genero del boss Giuseppe Morabito, considerato uno dei capi dell'organizzazione criminale e arrestato negli anni scorsi dopo lunga latitanza. La Giunta regionale della Calabria ha disposto la sostituzione immediata di tutti i vertici dell'assessorato alla Salute, la costituzione di parte civile al processo e un'inchiesta interna, oltre alla sospensione dei dirigenti colpiti da misure cautelari.

Per il presidente della Commissione d'inchiesta sullo stato della sanità in Calabria, Achille Serra, "si sono evidenziati rapporti tra quella parte della sanità malata e la malavita organizzata". Un'indagine, secondo il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, "che mette a nudo un vero e proprio sistema di interessi e di affari costruito sullo scempio della sanità pubblica calabrese".

Fonte: repubblica.it

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