3 gen 2008

Intercettazioni, i segreti di Azouz: «Persone potentissime mi offrono occupazione in cambio di sesso».

ERBA (Lecco) — Otto mesi fa era un'altra vita. Azouz Marzouk, intercettato, diceva di aver fatto «sesso sporco» e si vantava di aver «incontrato gente potente. Mi hanno proposto un lavoro in cambio di sesso. Mi vergogno di quello che ho fatto, sai, ma continuo ad avere proposte di sesso (...). Sono arrivati a offrirmi soldi per farlo». In pratica racconta come è andata: «Sono persone ricchissime e potentissime che mi hanno comprato, scusa la parola, per far sesso (...) Perché ho girato troppo (...) stato con lui. Poi lui ha parlato bene di me e anche i suoi amici mi hanno cercato per fare sesso. Mi vergogno, ti dico la verità...». Se sfogli le 486 pagine di richiesta di custodia cautelare sul «Gruppo di Merone» (Azouz, fratelli, cugini e parenti vari arrestati due giorni fa per droga) questa sul sesso è una delle poche divagazioni dal tema dello spaccio a essere finita negli atti.

Gli inquirenti sono stati attentissimi a non inserire nelle carte dell'inchiesta nemmeno una riga sul variegato mondo vip con il quale Azouz ha avuto a che fare da quando la strage di Erba, con i suoi quattro morti, gli ha cambiato la vita. Non c'è Fabrizio Corona, né Lele Mora, nella richiesta poi firmata dal gip. Non ci sono le offerte di cifre esorbitanti che i maligni dicono abbia ricevuto in cambio di interviste o apparizioni tivù. Via anche tutte le conversazioni private più o meno gossipare fatte o ricevute da quando il tunisino è diventato famoso. I finanzieri guidati dal comandante Rodolfo Mecarelli hanno trascritto solo fatti e circostanze «strettamente attinenti alle indagini », salvo qualche passaggio che servisse a inquadrare il personaggio Azouz. Per esempio la sua passione per le auto di lusso.

«Milano è una città che non mi piace proprio — si lamenta lui in una intercettazione ambientale —. È un posto dove non mi trovo bene. E poi gli arabi che girano per Milano hanno tutti delle macchine così brutte... A me piacciono le Bmw, le Audi, le Porsche. Un giorno o l'altro me ne torno in Tunisia con una di queste che sembro un pascià (...) Quando vedo delle belle macchine io non capisco più niente. Mi piacciono solo quelle che in prima arrivano a 70 all'ora...». Non sono ancora passati tre mesi dai funerali di sua moglie e suo figlio. Dai giorni in cui lui si spazientiva al telefono: «Ma che cosa vuoi che me ne freghi della bara com'è, bianca marrone...». Era il 19 gennaio.

Ora nella cella del carcere dei Piccolini, a Vigevano, Azouz rifiuta il cibo. Il cappellano, don Florindo Arenghi, dice che l'ha visto ieri mattina, «tranquillo». Gli ha fatto un cenno di saluto con la testa «ma mi ha detto che preferiva non parlare, così l'ho lasciato solo». «È preoccupato quanto basta per un procedimento che non va sottovalutato ma sa che si sta facendo più rumore del dovuto» sostiene il suo avvocato, Roberto Tropenscovino. Davanti al gip Azouz dovrà chiarire un bel po' di cose dalle quali emergerebbe la sua partecipazione e la sua «piena consapevolezza» all'attività di spaccio organizzata nella casa di Merone dove viveva dal dopo strage. Il 15 aprile, per esempio. Lui e altri due cercano il punto esatto dov'è stata seppellita la «roba» da spacciare. Azouz si arrabbia con uno dei due: «Ma come fai ad averlo scordato? Io che la vendo mi tocca anche cercarla... ».

Il 17 marzo strani rumori sentiti durante una conversazione al cellulare gli avevano fatto dire al gruppo «non parlate più al telefonino... ho sentito un po' di problemi». Gli altri del giro lo chiamavano «figlio di buona donna» e lui, uscito dall'anonimato, si sentiva come protetto dalla fama, trasmetteva spavalderia anche agli altri. Il cugino Bilel teneva «lezioni» a tutti sul fatto che «in Italia ti processano solo se hai la droga addosso, sennò finisce in niente». Per questo la cocaina spesso non veniva consegnata brevi manu ai consumatori ma lasciata dietro un muretto, sotto casa. L'acquirente la ritirava e lasciava i soldi. Sotto lo sguardo dei tunisini, dalla finestra, e dei finanzieri, poco più in là.

Fonte: corriere.it

Nessun commento:

Posta un commento

Etichette

Post in evidenza

Regioni: molte spese, pochi valori

Non si può definire semplicemente corruzione, sprechi, malgoverno quanto sta emergendo a proposito delle Regioni Quando la quantità di un ...