3 gen 2008
Intercettazioni, i segreti di Azouz: «Persone potentissime mi offrono occupazione in cambio di sesso».
Gli inquirenti sono stati attentissimi a non inserire nelle carte dell'inchiesta nemmeno una riga sul variegato mondo vip con il quale Azouz ha avuto a che fare da quando la strage di Erba, con i suoi quattro morti, gli ha cambiato la vita. Non c'è Fabrizio Corona, né Lele Mora, nella richiesta poi firmata dal gip. Non ci sono le offerte di cifre esorbitanti che i maligni dicono abbia ricevuto in cambio di interviste o apparizioni tivù. Via anche tutte le conversazioni private più o meno gossipare fatte o ricevute da quando il tunisino è diventato famoso. I finanzieri guidati dal comandante Rodolfo Mecarelli hanno trascritto solo fatti e circostanze «strettamente attinenti alle indagini », salvo qualche passaggio che servisse a inquadrare il personaggio Azouz. Per esempio la sua passione per le auto di lusso.
«Milano è una città che non mi piace proprio — si lamenta lui in una intercettazione ambientale —. È un posto dove non mi trovo bene. E poi gli arabi che girano per Milano hanno tutti delle macchine così brutte... A me piacciono le Bmw, le Audi, le Porsche. Un giorno o l'altro me ne torno in Tunisia con una di queste che sembro un pascià (...) Quando vedo delle belle macchine io non capisco più niente. Mi piacciono solo quelle che in prima arrivano a 70 all'ora...». Non sono ancora passati tre mesi dai funerali di sua moglie e suo figlio. Dai giorni in cui lui si spazientiva al telefono: «Ma che cosa vuoi che me ne freghi della bara com'è, bianca marrone...». Era il 19 gennaio.
Ora nella cella del carcere dei Piccolini, a Vigevano, Azouz rifiuta il cibo. Il cappellano, don Florindo Arenghi, dice che l'ha visto ieri mattina, «tranquillo». Gli ha fatto un cenno di saluto con la testa «ma mi ha detto che preferiva non parlare, così l'ho lasciato solo». «È preoccupato quanto basta per un procedimento che non va sottovalutato ma sa che si sta facendo più rumore del dovuto» sostiene il suo avvocato, Roberto Tropenscovino. Davanti al gip Azouz dovrà chiarire un bel po' di cose dalle quali emergerebbe la sua partecipazione e la sua «piena consapevolezza» all'attività di spaccio organizzata nella casa di Merone dove viveva dal dopo strage. Il 15 aprile, per esempio. Lui e altri due cercano il punto esatto dov'è stata seppellita la «roba» da spacciare. Azouz si arrabbia con uno dei due: «Ma come fai ad averlo scordato? Io che la vendo mi tocca anche cercarla... ».
Il 17 marzo strani rumori sentiti durante una conversazione al cellulare gli avevano fatto dire al gruppo «non parlate più al telefonino... ho sentito un po' di problemi». Gli altri del giro lo chiamavano «figlio di buona donna» e lui, uscito dall'anonimato, si sentiva come protetto dalla fama, trasmetteva spavalderia anche agli altri. Il cugino Bilel teneva «lezioni» a tutti sul fatto che «in Italia ti processano solo se hai la droga addosso, sennò finisce in niente». Per questo la cocaina spesso non veniva consegnata brevi manu ai consumatori ma lasciata dietro un muretto, sotto casa. L'acquirente la ritirava e lasciava i soldi. Sotto lo sguardo dei tunisini, dalla finestra, e dei finanzieri, poco più in là.
Fonte: corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Ogni opinione espressa nei commenti in calce agli articoli è unicamente quella del suo autore, identificato tramite nickname e/o IP e di cui si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione del materiale inviato. L’utente, inviando un commento, dichiara e garantisce di tenere il presente blog ed il suo gestore manlevato ed indenne da ogni eventuale effetto pregiudizievole e/o azione che dovesse essere promossa da terzi con riferimento al materiale divulgato e/o pubblicato.
Nessun commento:
Posta un commento