28 nov 2016
I gettoni d’oro e i 5 grammi mancanti
C’è una storia che forse meglio di ogni altra fa capire quali vette di ipocrisia può raggiungere il nostro ottuso apparato burocratico. È quella dei gettoni d’oro con cui vengono pagate le vincite dei concorsi a premi della Rai, a cominciare dal popolarissimo format televisivo Affari tuoi. L’ha scoperta la scorsa primavera Sigfrido Ranucci, giornalista della trasmissione Report di Milena Gabanelli che stasera racconta cos’è accaduto da allora, fra indagini giudiziarie e terremoti aziendali.
La denuncia
Tutto comincia quando la vincitrice di uno di quei concorsi denuncia che l’oro di cui è fatto un gettone recapitatogli dalla Zecca (il Poligrafico dello stato è titolare del contratto con la Rai per la fornitura di quei gettoni) non è purissimo come invece previsto dai regolamenti. Mancano infatti 5 grammi per chilo. Fatto già abbastanza grave di per sé, ma durante l’inchiesta di Report viene pure alla luce il meccanismo demenziale che regola da decenni il rapporto fra la tivù pubblica e i vincitori dei concorsi. Secondo le norme vigenti, infatti, i premi non possono essere corrisposti in denaro: ecco perché i gettoni d’oro. Ma ai vincitori è concesso comunque di avere soldi contanti anziché il metallo prezioso, purché si completi un insensato circolo vizioso. Formalmente il vincitore riceve i gettoni coniati, del valore della vincita detratte le tasse, l’Iva, il costo del conio e la perdita fisiologica della fusione: a quel punto li rivende alla Zecca allo stesso prezzo, da cui però viene detratta una seconda volta la perdita fisiologica e il costo della fusione. Piccolo particolare, il vincitore quei gettoni non li vede neppure. Una follia in piena regola. Anche perché nessuno è in grado di dire se siano stati effettivamente coniati, e successivamente fusi.
Le polemiche
Le rivelazioni di Report scatenano un putiferio. Salta pure fuori che l’oro è stato per decenni acquistato senza fare le gare, ma con semplici indagini di mercato. I nuovi vertici del Poligrafico presentano allora un esposto alla magistratura perché accerti i fatti e avviano una verifica interna. Che a quanto pare evidenzia una serie di problemi e falle nelle procedure. Di sicuro il rapporto di lavoro con Marco Cerù, che per vent’anni è stato a capo della direzione finanziaria del Poligrafico, viene risolto. Consensualmente, tengono a precisare alla Zecca. Ma qualcosa vorrà dire.
Il fornitore
Dal canto suo la magistratura continua a indagare. Ricorda Milena Gabanelli: «L’ipotesi è frode in pubblica fornitura. Dal 2012 alla data della messa in onda della nostra puntata, cioè aprile scorso, si sarebbe fatta pagare dalla Rai 20 milioni di euro per prestazioni mai effettuate e oltre 700 mila euro da quei vincitori che hanno optato per il controvalore in denaro». Una vicenda assurda, generata da un sistema assurdo che nessuno ha mai voluto correggere, e mette due aziende dello Stato una contro l’altra. Per inciso, contrariamente al passato gli attuali amministratori del Poligrafico hanno deciso di comprare l’oro facendo una gara pubblica. Che però ha vinto lo stesso fornitore di sempre: Banca Etruria.
Fonte: corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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