2 ott 2016
Sicilia, Regione degli inamovibili: tremila fanno i sindacalisti e 2.800 assistono parenti malati
La Regione dei dipendenti inamovibili per legge. Su 15 mila addetti, 6 mila non possono essere trasferiti da un ufficio a un altro. Proprio così: quasi la metà dei regionali è “intoccabile”, perché dentro la pancia del mostro pubblico ci sono quasi 3 mila dipendenti che usufruiscono dei permessi della “legge 104” per disabilità o per assistere un familiare, e altri 3 mila sono dirigenti sindacali. Così, al di là degli annunci, delle norme approvate al grido di «basta privilegi», delle circolari e degli atti d’imperio di qualche dirigente, alla fine il personale non si riesce a trasferire dove serve perché il lavoro nell’Isola del tesoro lo si vuole non solo nella stessa città dove si vive, ma anche sotto casa. «Adesso questa storia deve finire », dice il governatore Rosario Crocetta dopo i flop dei trasferimenti al dipartimento Formazione o alle Attività produttive, strutture nelle quali c’è un forte bisogno di funzionari.
I numeri sono impressionanti e dimostrano che davvero qualcosa non va. La Sicilia, tra i suoi 15 mila dipendenti, ha 2.838 addetti che «risultano al 31 dicembre 2015 titolari di permessi per legge 104», si legge nella relazione che ogni anno Palazzo d’Orleans, come le altre Regioni, deve inviare allo Stato e rendere pubblica. Conti alla mano, il 18 per cento dei dipendenti regionali ha una disabilità oppure deve assistere un familiare. Tradotto: ha diritto a usufruire di tre giorni di permesso retribuito al mese e non può essere trasferito senza il suo consenso. Ma sul fronte dell’inamovibilità, ai titolari della legge 104 vanno aggiunti anche i dirigenti sindacali in servizio. E anche qui la Regione siciliana ha numeri di tutto rispetto: i sindacalisti censiti al 2015 sono 2.487, ma a questi se ne aggiungono 836 che hanno usufruito di permessi sindacali. Adesso la Funzione pubblica sta incrociando i dati per capire se questi ultimi permessi siano stati dati a chi soltanto recentemente è diventato dirigente sindacale, magari proprio dopo una notifica di trasferimento. Crocetta non ha dubbi: «Qualcuno vuole fare il furbo, ma adesso basta — dice — chi usufruisce della legge 104 è vero che non può essere trasferito da una città a un’altra, ma può essere spostato da un assessorato a un altro. Inoltre va trasferito anche il dipendente che è diventato dirigente sindacale soltanto negli ultimi mesi per evitare di cambiare ufficio. Voglio essere chiaro: chi si oppone al trasferimento sarà licenziato».
La Cisl ribatte a Crocetta. “Il presidente Crocetta ha lanciato accuse che non ci toccano. Non crediamo che voglia o possa confutare lo Statuto dei Lavoratori e la legge 104 e se teme che ci siano meccanismi poco chiari saremo ben lieti, come sempre, di fornire nomi e date per fugare qualsiasi dubbio. Le procedure per la mobilità, volute da questo governo e per le quali abbiamo a lungo trattato evidenziandone gli aspetti che avrebbero causato difficoltà applicative, sono invece il vero ostacolo ai trasferimenti. Non obbediscono a nessun criterio oggettivo e funzionale per un miglioramento dell'amministrazione. I trasferimenti che devono essere deliberati dalla giunta di governo significa allungare i tempi e soprattutto affidare
ai giochi politici e ai veti incrociati l’efficienza della macchina regionale. Questo è effettivamente accaduto in questi mesi, non si dia ora la colpa ai sindacati”. Il segretario generale della Cisl Funzione pubblica Sicilia Gigi Caracausi e il segretario regionale Paolo Montera replicano alle accuse del presidente della Regione, Rosario Crocetta, in merito alle procedure di mobilità interna.
Fonte: http://palermo.repubblica.it/politica/2016/10/01/news/la_regione_degli_inamovibili_tremila_fanno_i_sindacalisti_e_2_800_assistono_parenti_malati-148884670/
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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