6 lug 2012

Nicole Minetti in aula: «Vergogna? Assolutamente no»

Imputata per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile

L'ex compagna di liceo: «Era un puttanaio». Una teste racconta: «Minacce dalla Minetti perchè avevo denunciato Ruby»

MILANO - «Io imbarazzata? Proprio no». Ma neanche un po' di vergogna per quello che emerge? «Assolutamente no». Sorridente e impassibile Nicole Minetti, assediata da fotografi e cronisti in una pausa del processo «bis» sul caso Ruby, che la vede imputata con Lele Mora ed Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Per circa un'ora la consigliera regionale del Pdl - che in precedenza non aveva mai partecipato alle udienze del processo - ha ascoltato l'esame del testimone Melania Tumini, sua ex amica e compagna di liceo, invitata da lei la sera del 19 settembre 2010 ad Arcore. La consigliera regionale, vestita con un tailleur pantalone nero, ha dispensato sorrisi all'indirizzo delle fotocamere prima di entrare nell'aula della quinta sezione penale. Inseguita da decine di giornalisti anche mentre andava al bagno, la Minetti ha affermato che non ha «mai pensato di lasciare la politica», ed ha aggiunto che parlerà, ma durante il processo.


L'AMICA CON DUE LAUREE
Il giorno dopo il «bunga bunga» del 19 settembre, Melania Tumini si sfogò al telefono con un'amica. «Siamo a livello di puttanaio» disse in una telefonata intercettata, oggi letta in aula. Dopo aver riconfermato il suo racconto sulla serata, la teste ha spiegato di essere stata «scossa e stupita perché per me quel signore era il presidente del Consiglio del mio Paese. E invece era lì, davanti a me, che nemmeno conosceva, a fare queste cose..». Quanto alla serata, definita «allucinante e imbarazzante», la teste ha parlato di una ventina di ragazze travestite in vari modi che chiamavano Berlusconi «amore e tesorino» e di una Nicole Minetti che, dopo cena, era rimasta in coulotte e camicia. Scene definite dalla teste come «desolanti». Le donne presenti, ha riferito, «erano in competizione tra loro e facevano di tutto per farsi notare e per essere la preferita di Berlusconi». La Tumini aveva già deposto nel filone principale del processo Ruby, che vede Silvio Berlusconi imputato per concussione e prostituzione minorile. L'ex premier ha parlato di «cene eleganti» con «gare di burlesque».

«NESSUN TIPO DI BURLESQUE»
«Qualcuno le ha mai prospettato che si trattasse, prima, durante o dopo questa serata, di burlesque?», chiede il pm Piero Forno. «Assolutamente no», risponde la testimone Melania Tumini. La giovane ha aggiunto: «Uscendo dal bunga bunga percepii, captai dei discorsi di alcune ragazze in cui emergeva il desiderio di rimanere nella villa per la notte e alcune di loro, mentre io uscivo, salivano un ulteriore rampa di scale». «Rimanere significava essere le preferite, era un momento ambito, ma era una scelta che spettava al padrone di casa, così come quella di decidere i posti a tavola per la cena» ha concluso la testimone, che ha infine ricordato che prima di lasciare Arcore era stata convocata da Silvio Berlusconi che le chiese se si fosse divertita: «Gli risposi di no, che quello non era il mio stile, lui fu molto gentile e sdrammatizzò il contesto» ha spiegato la Tumini, ricordando poi di aver ricevuto subito dopo due cd musicali di Apicella con in mezzo una busta bianca piegata che conteneva quattro banconote da 500 euro.

LA MAIL DI NICOLE
La Tumini ha raccontato al Tribunale di aver troncato i rapporti con la Minetti e di averle mandato l'8 novembre seguente una mail di consigli: «Le dicevo con molto affetto che le consigliavo di cambiare strada». L'ex igienista dentale di Silvio Berlusconi l'11 novembre rispose «di aver compreso le mie parole cogliendo il mio affetto - ha proseguito la testimone - e poi mi scrisse "chiamami, prometto di non portarti più a nessun bunga bunga"». Melania Tumini ha inoltre affermato di essersi incontrata, il giorno dopo la festa a Villa San Martino, con Nicole Minetti in centro a Milano: «Le chiesi un po' ingenuamente come si sentiva nei confronti della sua famiglia e del suo fidanzato. Mi rispose che per lei era un'occasione di divertimento e che non faceva nulla di male. Mi fece capire che nutriva un certo trasporto per Berlusconi».

MINACCE
Nella notte tra il 27 e il 28 maggio di due anni fa, quando Ruby finì in Questura per via di un furto, Caterina Pasquino, la ragazza che nel pomeriggio denunciò la giovane marocchina, ricevette «una telefonata da Nicole Minetti e Michelle Conceicao che gridavano 'ti facciamo il culo'». Lo ha spiegato la stessa Pasquino, durante la sua testimonianza al processo. Caterina Pasquino ha spiegato al Tribunale di aver ricevuto quella telefonata di minaccia «perchè ho denunciato Ruby», in quanto le aveva rubato 3 mila euro, il cellulare e piccoli gioielli. E proprio per questo Kharima El Marough, che all'ex amica si era spacciata per maggiorenne («quasi 19 anni»), venne portata negli uffici di via Fatebenefratelli e poi, dopo la telefonata dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, venne «rilasciata» e affidata a Nicole Minetti.

Fonte: corriere.it

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