21 giu 2012

Lusi, il Senato vota sì all'arresto. «Ho ancora molto da dire ai pm»

Il Pdl esce dall'aula, ma il Pd vota compatto: 155 sì
Rutelli si astiene. Il senatore già detenuto a Rebibbia

L'aula del Senato ha autorizzato, con voto palese, l'autorizzazione all'arresto avanzata dalla Procura di Roma per Luigi Lusi. Che in serata si è costituito nel carcere di Rebibbia, dove ha atteso la notifica dell'ordinanza di arresto per associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. L'ex tesoriere della Margherita è accusato dalla Procura di Roma di aver sottratto oltre 23 milioni di euro di rimborsi elettorali alle casse del partito. Già nella giornata di giovedì potrebbe tenersi l'interrogatorio di garanzia. Lusi ha già annunciato che potrebbe aggiungere molti particolari a quanto dichiarato ai pm nelle scorse settimane.

LA VOTAZIONE
Il voto al Senato si è chiuso con un'ampia maggioranza di favorevoli all'arresto. I sì sono stati 155, i no 13, un astenuto. Il Pdl non ha partecipato al voto. «Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto», aveva spiegato Angelo Cicolani. Ma nel corso del dibattito i senatori Pera e Longo si sono dissociati annunciando che voteranno no all'arresto. Poi hanno votato contro anche Diana De Feo, Sergio De Gregorio, Marcello Dell'Utri, Guido Possa del Pdl, i senatori di Coesione Valerio Carrara Mario Ferrara, Salvo Fleres, Elio Palmizio e Riccardo Villari. Infine, hanno votato contro, dopo averlo annunciato in Aula, anche il repubblicano Antonio Del Pennino ed Alberto Tedesco, entrambi del gruppo misto. Il senatore che si è astenuto è l'ex leghista Piergiorgio Stiffoni, ora passato al misto. Dopo il voto, Lusi ha chiesto al commesso di avere il tabulato delle votazioni. Dopo aver guardato con attenzione il documento e averne sottolineato delle parti, ha rimesso tutte le sue carte nella borsa e ha lasciato Palazzo Madama dall'uscita secondaria, senza salutare nessuno.

LA RABBIA DI LUSI
«Ho notato che se la Lega non fosse rimasta in aula sarebbe probabilmente mancato il numero legale, così come ho visto che Enzo Bianco ha votato. Almeno Rutelli ha avuto l'intelligenza di non votare». Ha commentato il senatore, riferendosi al fatto che l'ex leader della Margherita si è astenuto in quanto parte lesa: «Molte cose non le ho ancora dette ai pm. Ci sono una marea di approfondimenti che, se loro vogliono, sono disposto a fare». A chi gli chiedeva di possibili dimissioni, ha spiegato: «Se mi dimetto? Per rispondere con una battuta io avrei scommesso 8 viaggi alle Bahamas che non mi sarei ritrovato una misura d'arresto. Mai l'avrei immaginato. Avrei detto che era fuori dalla grazia di Dio. Non intendo assolutamente dimettermi».

RUTELLI: DIFESO IL MIO ONORE
Rutelli ha spiegato in serata perché non ha preso parte al voto: «Dopo mesi in cui ho difeso il mio onore e quello della Margherita con le unghie e con i denti, oggi ho ritenuto opportuno non parlare come accusatore politico, né votare, poiché rappresento la parte offesa, cioè le numerose vittime, nel procedimento contro Lusi. È toccato al Senato, nella sua libertà, decidere». Per il leader pd Bersani è una questione di eguaglianza sociale: «Ho sempre detto che senatori e deputati sono uguali agli altri cittadini».

LE PAROLE DI LUSI
«Non fatemi diventare un capro espiatorio» aveva detto Lusi intervenendo nell'aula del Senato. «Ritengo di dovermi assumere per intero le mie responsabilità morali e politiche, di fronte a quest'assemblea e al Paese. Ma per quanto riguarda le responsabilità penali, come un normale cittadino voglio potermi difendere e chiedo di accedere alle garanzie del giusto processo senza inutili e devastanti forzature che possano appagare la crescente ondata dell'antipolitica, soddisfare chi evoca i forconi, trovare un colpevole per tutte le stagioni, per quella che è una vicenda complessa» aveva detto. «Sento il dovere - aveva aggiunto - di pronunciare simboliche scuse per le condizioni in cui si trova adesso la società». E poi: «Il legislatore deve tenere distinta l'autorizzazione alla misura cautelare dall'istituto ancora non previsto dell'anticipazione della pena».

Fonte: corriere.it

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