8 lug 2009

«Regali e festini in cambio di appalti». I pm spiegano il «sistema Tarantini»

«Gianpi» e la cocaina agli amici. Corruzione per il nipote di Matarrese

BARI — Ai primari e ai direttori delle Asl che dovevano acquistare i prodotti della sua azienda avrebbe versato mazzette, ma anche costosi regali.
Pagava lui i viaggi a Cuba, le vacanze a Riccione e a New York, auto di grossa cilindrata, buoni benzina, cene per decine di ospiti. Si occupava di fare pressioni sui politici per favorirli nelle nomine e negli incarichi. E quando organizzava le feste per gli amici più intimi nella sua villa di Giovinazzo, la cocaina non sarebbe mai mancata.
Eccolo il «sistema Tarantini» svelato dalla procura di Bari.Il pubblico ministero Roberto Rossi chiude il primo filone di indagine sulla Tecnohospital e accusa Gianpaolo Tarantini, 35 anni, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione insieme a suo fratello Claudio e a Salvatore Greco, il politico del Pdl soprannominato Tato, nipote di Antonio Matarrese e coordinatore della campagna elettorale di Raffaele Fitto con la lista «La Puglia prima di tutto».

La rete che porta a Patrizia
L'imprenditore accusato di induzione alla prostituzione per aver portato ragazze a pagamento nelle residenze di Silvio Berlusconi deve rispondere anche di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Le carte processuali che riguardano la sua attività dal 2001 al 2006, svelano la rete dei suoi contatti per procurarsi la polvere bianca, gli ordinativi di dosi fatti al telefono, la lista degli ospiti. Tra i nomi citati c'è quello di Massimo Verdoscia. È Max, l'uomo che presentò a Tarantini Patrizia D'Addario, la donna di 42 anni che ha raccontato di aver preso mille euro per partecipare a una serata organizzata a palazzo Grazioli a metà ottobre scorso e di essere tornata quindici giorni dopo per trascorrere la notte con il presidente del Consiglio. Di quell'incontro intimo, avvenuto mentre era in corso l'elezione di Barack Obama, ha conservato le registrazioni che ha poi consegnato alla magistratura. E per dimostrare di esserci stata si è anche ripresa con il telefonino in bagno e nella camera da letto.
Anche il nome di Tato Greco è legato a quello di Patrizia: fu proprio lui a candidarla nella lista di Fitto per il comune di Bari. Inizialmente ha negato addirittura di conoscerla, ma è stato smentito da un sms di auguri che le inviò lo scorso Natale, ben prima che la vicenda venisse scoperta dai pubblici ministeri.

Affari e mazzette: il socio occulto
Negli atti depositati ieri Greco viene definito «socio occulto della Global System Hospital», società che fa capo ai fratelli Tarantini.
Scrive il pubblico ministero nel capo di imputazione: «I tre sono associati, operando congiuntamente e allo stesso fine anche se con relativa autonomia ma con un comune collegamento reso evidente dal medesimo modus operandi sul territorio regionale, quali promotori fra loro e con altre persone al fine di realizzare rilevanti illeciti profitti mediante la commissione di un numero indefinito di reati contro la pubblica amministrazione, in particolare mediante condotte illecite a danno del servizio sanitario nazionale, il turbamento della libertà degli incanti, la falsificazione di provvedimenti amministrativi ovvero a mezzo di atti corruttivi diretti a pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio». Un sistema che — questa è la tesi della Procura — Tarantini avrebbe continuato a utilizzare anche dall'estate del 2008, quando divenne assiduo frequentatore di Silvio Berlusconi. Secondo l'ipotesi accusatoria l'imprenditore ingaggiava ragazze da portare nelle residenze del premier per ottenere vantaggi economici e per questo gli viene contestato il reato di induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Oltre a Patrizia, altre donne hanno già confermato ai pubblici ministeri di aver preso soldi per andare a Palazzo Grazioli e Villa Certosa, ma in alcune telefonate intercettate si parlerebbe anche di serate nella residenza di Arcore.

L'incarico per la Nazionale
Con i medici e i dirigenti delle Asl Tarantini sapeva essere convincente quando si trattava di piazzare protesi e altri articoli sanitari. E infatti loro giustificavano gli ordinativi effettuati con procedura d'urgenza grazie a una formula standard: «Si tratta di prodotti unici, insostituibili ed infungibili». Sono venti i professori che adesso dovranno difendersi dall'accusa di averlo fatto in cambio di mazzette. La maggior parte ha ottenuto soldi e regali, qualcuno ha preferito invece una raccomandazione. È il caso di Vincenzo Petruzzi, che nel 2003 era direttore sanitario della ex Ausl Bari5. L'uomo è accusato di aver «compiuti atti contrari ai suoi doveri accettando la promessa rivoltagli da Salvatore Greco circa il suo personale interessamento presso i vertici della Lega Calcio, sotteso a farlo tornare a ricoprire un ruolo di caratura internazionale, mondiale, presso la sede di Coverciano, visto che il Petruzzi ha fatto parte dello staff medico della Nazionale di Calcio».

Telefonate e cocaina
Sono state le conversazioni intercettate a rivelare i contatti di Tarantini con una rete fidata di spacciatori, ora finiti con lui nell'inchiesta. Sono una ventina le feste che avrebbe organizzato tra il 2002 e il 2003 dopo acquistate la cocaina e in due casi avrebbe provveduto a farla recapitare a casa ai suoi amici. «Bartolomeo Rossini — è scritto nel capo di imputazione — deteneva e spacciava cocaina a Gianpaolo Tarantini il quale, oltre a consumarla in proprio, la cedeva gratuitamente ad altri in occasione di incontri conviviali che organizzava nella sua villa di Giovinazzo o presso la Masseria Torre Coccaro, ai quali partecipava tra gli altri la sua compagna Angela De Venuto e, almeno in due occasioni, Verdoscia con sua moglie».

Fonte: corriere.it

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