31 lug 2009

Regali ai primari per le protesi. Nelle carte il sistema Tarantini

Dall'imprenditore auto, donne e aiuti politici

È il solito Tarantini, quello che emerge dalle carte dell'ultimo filone di inchiesta sulla sanità barese. Imprenditore ricco e ormai famoso che con regali e favori riesce a convincere i medici a comprare le sue protesi, a utilizzare esclusivamente i prodotti della sua azienda. È accusato di averlo fatto nel 2002, quando aveva meno di trent'anni, ma era già alla guida della Tecnohospital. E di aver continuato a farlo anche negli ultimi mesi, offrendo auto di grossa cilindrata al primario di neurochirurgia del policlinico del capoluogo pugliese.

E forse altri benefici che adesso il pubblico ministero Giuseppe Scelsi dovrà individuare. Appare come un pozzo senza fondo l'indagine che coinvolge Gianpaolo Tarantini. Perché con la perquisizione ordinata ieri si torna al punto di partenza: gli appalti e le commesse per ospedali e Asl. In mezzo ci sono centinaia di intercettazioni partite agli inizi del 2008 che hanno rivelato come l'imprenditore si fosse trasformato in procacciatore di donne per Silvio Berlusconi. Prostitute e ragazze immagine che ingaggiava per farle partecipare alle feste nelle residenze del premier: Palazzo Grazioli, Villa Certosa. A volte sarebbe andato ad Arcore. E poi a Cortina, oppure nel centro benessere di Mességué in Umbria. La tariffa concordata era di 2.000 euro.

Tarantini si occupava del pagamento, ma se l'interessata rifiutava di rimanere per la notte il compenso veniva dimezzato. Lo ha raccontato Patrizia D'Addario, convocata come testimone dal magistrato quando il suo ruolo è emerso proprio dalle conversazioni che la Guardia di Finanza aveva captato perché aveva trascorso una notte a palazzo Grazioli con Berlusconi. Lo hanno confermato le altre, rivelando che con alcune il presidente del Consiglio sarebbe stato più generoso e avrebbe regalato buste con 10.000 euro. L'indagine è ormai nella fase conclusiva, intanto altri dettagli emergono sul ruolo di «Gianpy». Perché ci sono le generose dosi di cocaina che avrebbe ceduto agli ospiti durante le feste organizzate nella sfarzosa villa che nell'estate del 2008 aveva affittato a Porto Cervo. E ci sono i «regali» ai medici, che secondo l'accusa rappresentano la merce della corruzione. Tra il 2002 e il 2004 Tarantini avrebbe fornito soldi contanti, donne, auto, appoggi dei suoi amici politici per le promozioni e addirittura buoni benzina ai primari di ortopedia che facevano acquistare le sue protesi agli ospedali dove lavoravano. Qualche giorno fa un nuovo testimone ha rivelato agli investigatori che il metodo seguito dall'imprenditore è ancora attivo. «Andate a vedere con che macchina gira il professor Ciappetta», ha dichiarato. Pasqualino Ciappetta a Bari è un nome noto: primario di neurochirurgia al policlinico, è anche professore universitario. Non c'era ieri mattina quando i finanzieri hanno perquisito il suo reparto e portato via i documenti sulle protesi vertebrali comprate su sua disposizione. È in ferie, ma dovrà tornare per essere interrogato e spiegare come mai, dopo aver scelto il materiale prodotto dalla Tecnohospital, abbia ottenuto almeno un'auto di grossa cilindrata da Tarantini. L'accusa è pesantissima: Ciappetta avrebbe falsato le cartelle cliniche e obbligato anche i suoi collaboratori a farlo per ottenere la fornitura di protesi che costano tra i 18.000 e i 30.000 euro. Le verifiche patrimoniali sono state avviate per scoprire se in cambio abbia ottenuto altro.

Fonte: corriere.it

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