16 lug 2009

«Baia Domizia, niente forze dell'ordine». Si fermano le demolizioni alle «favelas»

Nota della prefettura impone un nuovo stop alle ruspe: «Non possiamo garantire il servizio di sicurezza»

CASERTA — Era in pro­gramma per oggi la ripresa degli abbattimenti nella «fa­vela delle vacanze» di Baia Domizia, dopo la sospensio­ne sancita il 2 luglio. Ma una nota della prefettura pervenuta alla Regione lu­nedì sera ha imposto un nuovo imprevisto stop: «Ci hanno comunicato — spie­ga il dirigente del settore re­gionale Urbanistica, Barto­lomeo Sciannimanica — che non potevano garantir­ci il servizio di tutela delle forze dell’ordine che aveva­mo richiesto quindici gior­ni fa . Ovviamente, in assen­za di adeguata protezione l’impresa non può prose­guire nell’opera di demoli­zione: l’abbiamo fatto pre­sente per iscritto e ora at­tendiamo una risposta a stretto giro. Anche perché, tenere i mezzi allertati com­porta dei costi aggiuntivi. Altrimenti saremo costretti a far slittare tutto a settem­bre» .

LO SCEMPIO - Sono migliaia (forse addi­rittura 5 mila, secondo i cal­coli dei tecnici del luogo) gli edifici abusivi sorti in lo­calità Pantano, a poche cen­tinaia di metri dal centro di Baia Domizia, a partire dai primi anni ’80, in un’area demaniale sottoposta dal 1985 al vincolo della legge Galasso che prevede l’inedi­ficabilita assoluta. Alcune sono baracche di lamiera, ma la maggioranza è costi­tuita da ville dotate di tutti i comfort, persino di pisci­ne. Però la gran parte è sprovvista degli impianti di depurazione e ha «risol­to » il problema allacciando gli scarichi ai canali di sco­lo dei consorzi di bonifica, che serpeggiano per chilo­metri a cielo aperto e fini­scono il loro corso nel ma­re. Nel 1991 il prefetto Cor­rado Catenacci aveva prova­to a porre argine orinando un centinaio di demolizio­ni. Dopo il suo trasferimen­to, però, il fenomeno aveva ripreso a dilagare.

LA DIFFIDA - Il primo luglio, a seguito di una diffi­da della Regione, il Comu­ne di Cellole — che ha giuri­sdizione sul 95% degli edifi­ci abusivi — ha decretato i primi 11 abbattimenti, 5 dei quali eseguiti: una quo­ta poco più che simbolica. In seguito Sciannimanica ha imposto una brusca ac­celerazione al processo di ri­pristino della legalità. E l’ente ha già inoltrato ri­chiesta alla Cassa depositi e prestiti per l’accensione di un mutuo con i fondi dedi­cati alla lotta all’abusivi­smo: nei prossimi mesi le demolizioni dovranno ave­re un ritmo assai più serra­to.

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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