7 ott 2008
«Arriva la polizia»: l'assessore al telefono guidava la protesta degli ultrà di Pianura.
NAPOLI — «Fai una cosa, vai a pisciare là, dove successe il fatto». Il 6 aprile 2008 uno dei capi ultrà si rammarica di non poter partecipare alla trasferta di Catania.
Da buon dirigente, lascia però le consegne ad un suo sottoposto, invitandolo — tra le risate — a fare la pipì nel luogo preciso dove morì l'agente Filippo Raciti. Il verbo «picchiare», declinato anche in varie forme dialettali, è quello che ricorre più spesso nelle conversazioni telefoniche degli affiliati di «Niss» e «Teste matte», gli esecutori della «guerra totale» ordinata a tavolino da Giorgio Nugnes e Marco Nonno, due rappresentanti delle istituzioni, o presunti tali. Intercettazioni davvero illuminanti. Gli ultrà commentano i «macelli» fatti a Milano con l'aggressione a due passanti. Le parole si fanno febbrili nel tramandare la «speronata» di un'auto di sostenitori della Roma, aggrediti con cinghiate sui finestrini. Mica da fermo, ma in corsa, ai 190 chilometri all'ora, sull'autostrada del Sole. Non parlano mai di calcio. Un mondo a parte
Le prime duecento pagine dell'ordinanza sui fatti di Pianura non si limitano a ripercorrere una dozzina di episodi violenti avvenuti negli ultimi anni prima o dopo le partite del Napoli. Sono anche un documento antropologico sugli ultrà. «Un luogo extraterritoriale — sostiene il Gip — nel quale le regole da rispettare non sono le leggi dello Stato ma altre, dove vige un forte senso di omertà e una radicata convinzione di impunità, e i cui appartenenti non sono estranei agli ambienti della criminalità comune e organizzata». Si scrive Napoli e «Niss», si potrebbe leggere con il nome di molte altre città e relative curve. C'è una telefonata che esprime meglio di qualunque trattato di sociologia l'esistenza di «un vero e proprio stile di vita» che unisce il mondo ultrà. Riccardo, tifoso del Verona, chiama Giuseppe Nota, capo delle Teste matte per scusarsi. Uno dei loro, dopo essere stato accoltellato da un napoletano, ha osato andare alla polizia per fare denuncia. «Non sono cose che ci appartengono, a nessuno di noi. Cioè, nemici per sempre, oltre la morte, ma infami mai». I politici A questa gente si sono consapevolmente affidati Nugnes e Nonno, entrambi definiti «mandanti» degli scontri di Pianura. «Chi li ha chiamati in causa — scrive il Gip — l'ha fatto verosimilmente con l'intento di portare la violenza organizzata in seno alla protesta». Gli arresti di ieri riscrivono le responsabilità di ciò che avvenne a gennaio. La ritirata da Pianura di uno Stato molle e assente.
Una sconfitta senza attenuanti, a braghe calate, con la polizia che si allontanava tra ali di ultrà festanti. In quei giorni, Marco Nonno almeno non agiva nell'ombra ma sempre in favore di telecamera. Si aggirava tra i rivoltosi con giubbotto di pelle, cappellino da baseball, Rayban neri. Sulla manica sinistra portava uno stemma delle SS Fallschirmjäger, unità di truppe paracadutiste dell'esercito tedesco. Al collo, una croce celtica. Ogni tanto si metteva un elmetto nazista in testa. Non c'è problema, diceva lui, «tanto ho anche aderito alla svolta di Fiuggi, che volete di più». Nonno è l'anello che congiunge gli ultrà alla politica. È lui, pianurese di nascita, che li fa entrare in gioco e li guida. «Faccio parte della guerriglia urbana, bisogna scendere di nuovo e assaltare le forze di polizia» dice in una conversazione filmata a sua insaputa. Agisce per la carriera, come sottolinea un suo amico («Là sopra tu stai pigliando tremila voti»), e per «le braciole», i soldi. I magistrati lo considerano uomo di fiducia dei costruttori abusivi della zona, coinvolto anche in una piccola speculazione immobiliare.
L'assessore
L'unica vera sorpresa di questa inchiesta è il nome del suo alleato. Anche Giorgio Nugnes è di Pianura. Ex impiegato regionale, a tutti gli effetti un politico di professione, vestito di regolamentare grisaglia. Nel primo mandato di Rosa Russo Iervolino è stato il capogruppo della Margherita. Alle elezioni del 2006 è stato nominato assessore sull'onda delle migliaia di preferenze ricevute. Il mite ex democristiano che nelle interviste rivendicava con orgoglio gli esordi in politica «sulle ginocchia di De Mita» è la stessa persona che avrebbe sfruttato la sua posizione di governo per fornire all'esponente di An e ai suoi «ragazzi» informazioni preziose sulla posizione delle forze dell'ordine. «Stanno al viale Augusto, sono cinque camion dei carabinieri... prima avevo visto anche la Celere non so che fine ha fatto». «Fammelo sapere in tempo speciale», lo incita Nonno. L'esponente del Pd dice la sua anche sulle strategie di occupazione del territorio. «Ma via Sartania è libera!! Mannaggia 'a capa vostra. Via Sartania chiudetela subito». Nonno esegue con teutonica efficienza. Gli autobus che percorrono la via vengono dirottati e bruciati. L'assessore si dimostra sempre attivo, manifesta il desiderio di scendere dall'auto e unirsi alla lotta: «Avrei lo sfizio di buttarmi davanti, mi credi?».
La polizia sospetta anche di una sua partecipazione diretta all'assalto di una sede di An. La voce di Nugnes sparisce dall'inchiesta a metà della rivolta, quando capisce di essere «ascoltato». Ma lui continua a incontrarsi con Nonno, fino al momento in cui si accorge che la misura è colma. «Io vi ho aiutato, vi sto aiutando» dice a Nonno. «Ma ora fai il consigliere comunale e non il terrorista». Fuori tempo massimo. «Nugnes — scrive il gip — ha offerto un contributo concreto e materiale al compimento delle violenze su Pianura». Lo avrebbe fatto senza fini di lucro, partecipando alla vergogna di quei giorni per contendere il consenso all'alleato-rivale. Dovrebbe essere un'attenuante, sembra il segno del cinismo che permea un certo ceto politico napoletano. Le Mani sulla città, in versione da stadio.
Fonte: corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Ogni opinione espressa nei commenti in calce agli articoli è unicamente quella del suo autore, identificato tramite nickname e/o IP e di cui si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione del materiale inviato. L’utente, inviando un commento, dichiara e garantisce di tenere il presente blog ed il suo gestore manlevato ed indenne da ogni eventuale effetto pregiudizievole e/o azione che dovesse essere promossa da terzi con riferimento al materiale divulgato e/o pubblicato.
Nessun commento:
Posta un commento