17 ago 2007
Assunzioni doc a Sviluppo Italia: c'è anche il figlio di Visco
L'esordio era stato di quelli col botto, con frasi a effetto: «Ho ereditato una farsa, una società con una struttura così elefantiaca che al cospetto la General Motors si intimorisce». A Domenico Arcuri, una carriera in continua ascesa tra la Luiss di Roma (dove prima si è laureato e poi ha insegnato) e un lungo cursus honorum tra le società di consulenza Arthur Andersen e Deloitte, è toccato l'ingrato compito di trasformare in una vera azienda quel polpo dai mille tentacoli che è Sviluppo Italia, la società di proprietà del Tesoro che avrebbe dovuto avere due sole missioni: attrarre imprese straniere e favorire la nascita di nuove aziende. Troppo facile. In poco meno di un quinquennio Sviluppo Italia è diventata una conglomerata con 181 società e 492 amministratori.
Al 43enne Arcuri il compito di fare pulizia. Un'attività alla quale se n'è aggiunta un'altra silenziosa, quasi carsica: l'assunzione di nomi eccellenti, figli di ministri che secondo un galateo etico e di buon senso dovrebbero stare alla larga da una società pubblica.
Il primo a varcare le porte di via Calabria, quartier generale di Sviluppo Italia, è stato il nipote di Sergio Mattarella, deputato dell'Ulivo, ex ministro della Difesa e fratello di Piersanti, il presidente della Giunta regionale siciliana ucciso dalla mafia. Il suo nome è Bernardo, come il nonno paterno, che fu ministro della Repubblica nei Governi Pella, Fanfani e Scelba. Bernardo junior è stato assunto alla direzione Finanza con un contratto da dirigente. Arriva con lo stesso ruolo che ricopriva a Banca Nuova, il gruppo siciliano emanazione della Popolare di Vicenza, dov'era dirigente alla Pianificazione.
Altro nome eccellente è quello di Gabriele Visco, figlio di Vincenzo, attuale viceministro dell'Economia e, come tale, uno dei controllori di Sviluppo Italia, anche se tecnicamente la delega dell'Agenzia è nelle mani del ministero delle Attività produttive. Gabriele è un esperto di telecomunicazioni, fino a qualche mese fa in forza a Telecom Italia, dove approdò ai tempi di Colaninno.
A volerlo è stato il solito Arcuri, da cui dipende direttamente, anche se per il momento non ha potuto offrirgli nulla di più di un contratto di consulenza. Due acquisti che creeranno qualche grattacapo al neo amministratore delegato e al presidente del consiglio di amministrazione Nicolò Piazza, palermitano purosangue prescelto dal viceministro Sergio D'Antoni, il vero deus ex machina del riassetto di Sviluppo Italia.
Diversa sorte è stata riservata a Crescenzio Costa, figlio della seconda moglie del ministro per le Riforme e l'Innovazione, Luigi Nicolais. Dopo 18 mesi di contratti a tempo determinato tra Roma e Napoli, il giovane Crescenzio è stato inserito tra i 319 interinali che Arcuri ha deciso di non rinnovare. Se sia stata la trappola del cognome a tradire il figlio acquisito di Nicolais nessuno sa dirlo. Certo è che Sviluppo Italia, indipendentemente dalle maggioranze che governano il Paese, sembra uno dei rifugi prediletti per i figli e nipoti di politici con tre quarti di nobiltà ministeriale.
Fonte: quotidiano.net
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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