24 ott 2015
Anas, i contatti della "Dama nera". La donna e i legami con la ‘ndrangheta. Pressioni sugli imprenditori, scadenze e buste piene di contanti.
I soldi nascosti dalla madre della donna che non aveva capito
ROMA — Le regole di Antonella Accroglianò, 54 anni, la «dama nera» dell’Anas, erano chiare: «Speriamo di tenerci forte come abbiamo fatto fino ad adesso e di fare un saltino in avanti per poterci aiutare. Perché quello è lo scopo: chi cresce fa un salto in avanti e si porta gli altri dietro. Chi ha cercato di viaggiare da solo poi l’hanno azzoppato». E allora per viaggiare con lei bisognava elargire buste piene di contanti, rispettare le scadenze dei versamenti di tangenti e soddisfare ogni sua richiesta, compreso il voto alle amministrative calabresi oppure un posto alla Regione per il fratello. È tutto documentato.
L’indagine degli investigatori della Guardia di finanza guidati dai colonnelli Cosimo Di Gesù e Gerardo Mastrodomenico fornisce la ricostruzione perfetta di quanto avveniva negli uffici dell’azienda di Stato grazie ai filmati della consegna delle «mazzette» per ottenere i lavori e soprattutto lo sblocco dei pagamenti, la registrazione degli accordi illeciti con gli imprenditori e delle minacce pesantissime contro chi non rispettava i patti. Delinea il ruolo chiave dell’ex sottosegretario Luigi Giuseppe Meduri. Ma anche l’esistenza di «talpe» nella stessa Finanza, la ricerca di sponsor «politici» con il tentativo di coinvolgere un ministro. E la richiesta, fin troppo esplicita, di coinvolgere imprenditori vicini alla ‘ndrangheta nella lista dei subappaltatori.
Farmaci e buste
Con i suoi sodali Accroglianò parla in codice, ma l’argomento è chiaro. Il primo affare che gestisce è l’esproprio di un terreno per il quale i proprietari Saverio e Giuseppe Silvagni devono percepire oltre 500mila euro. Lei ne chiede 50mila. A ritirare i soldi ci pensa il collaboratore Giovanni Parlato che quando parla della spartizione le dice: «Le cose sono così, 5 davano domani, 25 più quando chiude, 20 e sono 50. 15 te li do a te così arriviamo a 30 e abbiamo fatto 15 e 15». Il 12 maggio è fissato l’appuntamento con l’avvocato Eugenio Battaglia in una strada del quartiere Trastevere. I finanzieri seguono Parlato e dopo l’incontro lo fermano per un controllo. Poi annotano: «Sul sedile passeggero si rinveniva una busta di colore giallo contenente tre buste di colore bianco con denaro contante per un importo complessivo di 25mila euro suddiviso in tre quote da 10mila, 10mila e 5mila euro». Quando viene avvisata la «Dama nera» sembra impazzita. Convoca persone, fa telefonate, fino a che decide «di recarsi presso la propria abitazione, facendo intendere che avrebbe provveduto a occultare tracce compromettenti per il timore di subire perquisizioni. Poi chiama la madre: «Stavo a casa che ti ero venuta un attimo, che il dottore mi aveva dato il Lorazepam e quindi te l’avevo portato». L’anziana donna sembra non capire: «Sei matta, io sto benissimo». Ieri nel suo appartamento sono stati trovati 70mila euro.
Il progetto e il ministro
Con i titolari della Tecnis spa e della Cogip Infrastrutture che tardano nel versamento di una tangente «non inferiore ai 150mila euro» è ancora più agguerrita: «Tutto quello che gli abbiamo preparato cessioni e caz... vari sono andati in porto... Io ho fatto l’incontro apposta! Adesso vanno chiamati». E il 6 luglio, parlando con il dirigente Oreste De Grossi si infervora: «Gliel’ho detto: cercate di chiudere adesso, non vi fate chiamare più!». Annotano i finanzieri: «La Accroglianò sottolineava come tra l’altro gli imprenditori avessero risolto diversi problemi, non meglio precisati nella conversazione, con l’intermediazione dell’ex sottosegretario Luigi Meduri, il quale li aveva agevolati attraverso l’organizzazione di un incontro con un non meglio individuato ministro: “Perché mo’ dottore stanno messi bene... perché poi Meduri li ha fatti incontrare anche con il ministro... gli hanno fatto vedere il progetto... nuove cose, eh!». Il 23 luglio scorso, quando le dicono che Bosco ha versato 10mila euro lei inveisce: «S’è sprecato! Non me poi porta’ le ciliegie smozzicate!».
Gli accordi politici
Ci sono tangenti, ma anche assunzioni, favori, voti alle elezioni. Tra Accroglianò e il politico Meduri c’è un vero e proprio accordo. Lui indica le imprese e le persone da assumere, lei cerca di sistemare il fratello Galdino. Prima chiede il voto alle amministrative, poi un incarico. Il 1° gennaio 2014 Meduri le spiega: «Se c’è accordo politico tra il centrosinistra e l’Ncd c’è un percorso da fare per le nomine successive... Si saprà perché stanno premendo su Guerini, Alfano con Guerini». A marzo la rassicura spiegandole di aver parlato con Mario «che potrebbe identificarsi con ragionevole certezza in Mario Oliverio, governatore della Calabria: “Mercoledì ci dobbiamo vedere, viene Mario e poi ti dico”».
Le "talpe"
Sospettando di essere sotto controllo la «Dama nera» aveva fatto bonificare l’ufficio. Il sospetto è che qualcuno l’avesse avvertita delle indagini in corso. Quando Parlato viene controllato in macchina lei contatta un dipendente dell’Anas, genero del generale della Guardia di Finanza Walter Cretella e chiede aiuto. Poco dopo il funzionario le riferisce la risposta dell’alto ufficiale: «Dice che la questione è molto strana... l’ha fermato una pattuglia normale...». Un altro «contatto» è il colonnello Gallerano perché, spiega Accroglianò, «per quelli della Finanza è sufficiente fare un controllo sul computer. Però basta, ci siamo capiti».
Fonte: roma.corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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