30 giu 2015
Catania, partite comprate, arrestati Pulvirenti, Cosentino e Delli Carri
Ai domiciliari il presidente della società etnea, Antonino Pulvirenti, il suo vice Pablo Cosentino e l'ex direttore sportivo del Catania Daniele Delli Carri. La Digos della questura gli ha notificato un provvedimento per truffa e frode sportiva.
I dirigenti arrestati sono accusati di aver comprato le partite alterando così i risultati degli incontri della squadra etnea e l'esito stesso del campionato.
Procuratori e scommettitori
Gli altri quattro destinatari di arresti domiciliari, emessi dal Gip di Catania, su richiesta dalla Dda della locale Procura, sono due procuratori sportivi e altrettanti gestori di scommesse on line. I provvedimenti sono stati eseguiti da polizia di Stato e Digos in collaborazione con la polizia postale.
Messina Calcio
Tra gli indagati nell’operazione «I treni del gol» vi sono anche il proprietario ed il direttore sportivo del Messina calcio Pietro Lo Monaco e Fabrizio Ferrigno, l’ad del Messina Calcio Alessandro Failla, il calciatore del Livorno Alessandro Bernardini, del Varese Riccardo Fiamozzi, del Trapani Luca Pagliarulo e Matteo Bruscaggin. L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania.
Cinque partite
Sarebbero almeno cinque le gare del Catania al centro dell’inchiesta:
VARESE-CATANIA 0-3
CATANIA-TRAPANI 4-1
LATINA-CATANIA 1-2
CATANIA-TERNANA 2-0
CATANIA-LIVORNO 1-1
Accertamenti sono in corso anche su Catania-Avellino del 19 marzo 2015 terminata 1-0. Al momento non sono indagati né giocatori né dirigenti di altri club, ma la Procura di Catania starebbe vagliando la posizione di alcuni di loro alla luce di intercettazioni telefoniche eseguite dalla polizia di Stato e confluite nel fascicolo. Gli unici indagati del Catania sono i tre agli arresti domiciliari: Pulvirenti, Cosentino e Delli Carri.
Pulvirenti: «Estraneo alle accuse»
«Estraneo» alle accuse contestate e «certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti». È la posizione del presidente del Catania, Antonino Puvirenti, che attraverso il suo avvocato, il professore Giovanni Grasso, esprime «massima fiducia nella magistratura».
Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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